Carige tenta il saldo estivo pur di piazzare il suo aumento di capitale da 800 milioni, che partirà lunedì prossimo. L'istituto ligure, che Bankitalia ha affidato alle mani dell'amministratore delegato Piero Montani, ha infatti fissato a 10 centesimi il prezzo delle nuove azioni (di cui 5 cent come sovrapprezzo). Lo sconto sul «terp» (il valore teorico ex stacco del diritto) arriva al 40%: ieri in Borsa, Carige ha chiuso a 41,4 cent. Nessuno aveva finora concesso tanto, nemmeno il Monte Paschi, il cui aumento propone un saldo già abbondante del 35,5%.
Anche Genova, sebbene per ragioni differenti da quelle di Siena, deve tuttavia rimediare a una situazione non facile in vista degli esami patrimoniali europei. Senza contare che l'immagine della banca è stata «sfregiata» dall'arresto dell'ex presidente Giovanni Berneschi: il banchiere è accusato di aver completato, con l'aiuto di alcuni complici, operazioni immobiliari a prezzi gonfiati e di averne poi trasportato i proventi in Svizzera con degli «spalloni».
In sostanza, se lo sconto fosse stato minore, sarebbe stato difficile convincere gli istituzionali a scommettere sull'aumento Carige: nella tarda serata di ieri erano ancora in corso verifiche telefoniche con le banche del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca e Unicredit. Si guarda in particolare alle mosse di Andrea Bonomi e della famiglia Malacalza.
La ricapitalizzazione chiede ai soci di sottoscrivere 93 nuove azioni ogni 25 ordinarie o di risparmio possedute. Chi non farà la propria parte, si vedrà di conseguenza, fortemente diluito (80%): Carige si appresta, infatti, a «battere» quasi otto miliardi di nuove azioni, contro i 2,1 miliardi di titoli ordinari oggi in circolazione, cui aggiungerne altrettanti di risparmio.
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