
Quest'anno, in Italia e in Europa, i volumi di vendita delle auto saranno in contrazione rispettivamente del 3% e 2% rispetto al 2024, e le modeste aspettative di recupero sui volumi di produzione sono legate sostanzialmente alla localizzazione nel Vecchio continente di costruttori cinesi. È quanto riporta l'aggiornamento al Global Automotive Outlook 2025 della società di consulenza AlixPartners.
Byd, che si avvale dell'esperienza dello special advisor Alfredo Altavilla, ha già scelto l'Ungheria, quindi dovrebbe toccare alla Turchia per poi sondare una terza possibilità. Chery (i suoi marchi Omoda e Jaecoo hanno toccato 600mila vendite nel mondo, di cui oltre 10mila in Italia in un anno) assembla i veicoli Ebro nei dintorni di Barcellona, in Spagna, mentre Xpeng, presente nel nostro Paese attraverso l'importatore AtFlow presieduto da Mattia Vanini, ha raggiunto un accordo con Magna grazie al quale realizzerà due modelli elettrici (dazi aggirati) nel sito di Graz, in Austria. E poi c'è Leapmotor, brand cinese della galassia Stellantis, per il quale il gruppo ha puntato su uno degli stabilimenti ex Psa in Spagna (Vigo? Saragozza?) come base produttiva per l'Europa. A premiare la Penisola iberica i bassi costi di energia e manodopera. L'opzione Spagna è subentrata a quella polacca (Tychy, ex Fca), tra l'altro già avviata: uno schiaffo al governo locale per la sua politica pro-dazi. E ancora in Spagna, nei pressi di Saragozza, nascerà la gigafactory frutto della partnership tra Stellantis e il colosso cinese Catl per un investimento di 4,1 miliardi.
L'Italia, come si vede, è rimasta a bocca asciutta nonostante i tentativi di calamitare l'attenzione dei gruppi cinesi. Ma anche Stellantis con Leapmotor ha voltato le spalle. Nei prossimi giorni toccherà a Geely (controlla numerosi marchi, tra cui Volvo, Link & Co, Lotus, Polestar ed è azionista forte di Mercedes) presentarsi in Italia con il ceo per questo mercato, Marco Santucci (ex Jaguar Land Rover), e svelare piani e offerta.
Cinesi, dunque, sempre più protagonisti del futuro automotive europeo. Dalla loro c'è anche il vantaggio significativo legato ai tempi di sviluppo (anche del 50% inferiori), costi e tecnologie competitive.
AlixPartners, nel suo aggiornamento, evidenzia come la produzione in Europa sia in calo del 24% sul 2017, mentre in Italia è scesa del 54% nel 2025 rispetto al 2017 (ultimo anno con volumi di produzione superiori al milione di veicoli).
"È un settore - commenta Dario Duse, responsabile Emea automotive e industrial nonché dell'Italia per AlixPartners - sempre più messo a dura prova dalle tensioni generate da mercati occidentali stagnanti, dall'avanzata dei costruttori cinesi e dalle incertezze normative. In Italia, l'obiettivo di ritorno a 1 milione di veicoli prodotti si allontana sempre di più".