Un milione 402mila è il numero, drammaticamente basso, delle automobili immatricolate in Italia nel 2012: il 19,9% in meno rispetto al 2011. Per trovare valori più bassi si deve risalire fino al 1979. Il gruppo Fiat ha venduto, nel proprio Paese, quasi 415mila vetture, facendo meglio del mercato, come sottolinea il gruppo in una nota, per una quota del 29,6%, in aumento rispetto al 2011 di 0,2 punti percentuali. A dicembre, in un mercato ancora molto negativo (-22,5% nel suo complesso), il gruppo di Torino ha migliorato la propria penetrazione portandosi al 29,3% (+0,85% sull'anno prima). Sempre lo scorso anno è stata la Panda la vettura più venduta in Italia (quasi 118mila immatricolazioni) e, insieme alla 500, vale il 60% del segmento delle city-car. Segue la non più verde, come età, Punto (circa 80mila le vetture registrate nell'anno).
Tra le case estere, invece, il primato va a Volkswagen: chiusura d'anno con vendite però in ribasso del 18,28%, ma quota di mercato all'8,10% dal 7,94% del 2011. Al secondo posto c'è Ford, pure in deficit di consegne (-32,6%) con la quota in flessione: 7,06% dall'8,39%. Anche la terza in classifica, Opel, registra un calo sia nelle vendite (-32,41%) che nella penetrazione (al 5,63% dal 6,67%).
La «top five» delle marche estere più richieste prosegue con la quarta classificata, Citroën (-14,9%) e quota in leggero rialzo al 4,95%. Penetrazione in lieve progresso anche per la quinta Peugeot (4,93%) le cui vendite sono state però negative: -11,78%. Ma a soffrire, nel 2012, con il «nuovo», è stato anche l'«usato». E in proposito il Centro studi Promotor rileva come il dato sia ancora più drammatico «se si considera che il mercato mondiale dovrebbe aver fatto registrare un nuovo record nell'anno appena trascorso, ed è previsto ancora in crescita nel 2013». Federauto (concessionari), calcolatrice alla mano, sottolinea invece che il crollo delle vendite nel 2012, nonostante il forte contributo delle «km 0», rappresenta 7 miliardi in meno di fatturato per il settore. «E con la persistente sfiducia del consumatore, la diffusa disoccupazione, le aziende che chiudono, la pressione fiscale e il prossimo aumento dell'Iva, è facile prevedere per il 2013 addirittura un mercato vicino a 1,33 milioni di unità», avverte il presidente Filippo Pavan Bernacchi.
L'Unrae, attraverso il suo numero uno Jacques Bousquet, ricorda per l'ennesima volta che proprio a causa delle mancate immatricolazioni, sono andati in fumo per l'Erario ben 2,3 miliardi di Iva, oltre ad almeno 95 milioni per il mancato incasso dell'Ipt. Guarda avanti e lancia l'ennesimo appello Roberto Vavassori, a capo dell'Anfia, la filiera italiana dell'automotive orfana però di Fiat.
Ma ai tavoli con le istituzioni la filiera della mobilità dovrà presentarsi da ora in poi unita e con un unico progetto condiviso. Costi quel che costi.
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