Pierluigi BonoraLe immatricolazioni in marzo più che positive in Italia (+21,6%) e quelle con il segno più negli Usa (+8%), anche se inferiori alle attese (gli analisi avevano stimato un +14%), non sono servite a far recuperare posizioni a Fca in Borsa. Le azioni sono scese del 4,86%, con il titolo di nuovo sotto 7 euro, a 6,75. A prevalere, rispetto ai dati di vendita, sarebbe stato il «no» con cui l'ad Sergio Marchionne ha respinto, l'altro giorno da Chicago, la timida apertura di Psa Peugeot Citroën a ipotesi di consolidamento.Fca ha comunque fatto meglio del mercato nel suo complesso (+17,4% e +20,8% nel primo trimestre), confermando Fiat Panda e Fiat 500 ai primi due posti della top ten dei modelli più venduti. Fca, inoltre, si riavvicina al 30% di quota: 29,53% in marzo e 29,17% nel trimestre.Nelle vendite il Gruppo Volkswagen avanza ancora (nessun effetto dieselgate) e guadagna il 18,6% (+20,37% la marca Vw, +22,4% Audi e +18,6% Skoda).«Nel Paese - puntualizza Aurelio Nervo (Anfia, che rappresenta la filiera italiana) siamo di fronte al 22° incremento consecutivo: a giocare un ruolo incisivo restano le campagne promozionali delle Case, insieme ai bassi tassi e al sempre buono clima di fiducia dei consumatori». Soddisfatto Massimo Nordio (Unrae, l'associazione degli importatori): «Finalmente cominciamo a rivedere numeri più consoni alla dimensione, alla qualità e alla tradizione del nostro mercato».
Premiati, in marzo, i motori tradizionali: +18,2% per il diesel e +28,9% per il benzina; bene anche quelli ibridi (+27,5%). Crolla l'elettrico (-42,3%), già con numeri esigui, in mancanza di un piano di sostegno all'acquisto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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