Economia

Baby sitter, libretto di famiglia e congedo: ecco come muoversi

Ecco una piccola guida sui possibili strumenti per conciliare famiglia e lavoro

Baby sitter, libretto di famiglia e congedo: ecco come muoversi

Con l’inizio della scuola si chiude definitivamente il periodo di ferie estive e si ritorna alla quotidianità di sempre fatta, per molte famiglie, di tanti impegni, tempi strettissimi e la necessità di conciliare lavoro e impegni di casa. Ed è proprio in questo periodo che si cercano - almeno chi può - soluzioni soprattutto rivolte ai propri figli tra cui baby sitter, colf o qualche giorno di congedo. Vediamo un po’ come muoversi…

Baby sitter e libretto

I baby-sitter rientrano nella categoria dei lavoratori domestici e rientrano in questa categoria di Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL): si tratta, cioè, di tutti quei soggetti che contribuiscono al funzionamento della vita familiare.

Durante l’emergenza Covid e la Dad - ossia la didattica a distanza - per tutti i ragazzi, questa figura è diventata essenziale e sono stati stanziati appositi bonus per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Con il ritorno alla normalità, però, occorre fare i conti con regole e costi (come è giusto che sia). Nei fatti, assumendo una baby sitter si assume un assistente familiare con compiti precisi e un regolare contratto di lavoro domestico, sottoscritto da ambo le parti (altrimenti si farebbe riferimento al libretto famiglia che si configura per la saltuarietà).

Dunque, trattandosi di un lavoro subordinato a tutti gli effetti, oltre al normale stipendio andranno logicamente pagati i contributi previdenziali e assicurativi. A differenza degli altri lavoratori, l’assunzione del baby sitter deve essere comunicata direttamente all’Inps entro le ore 24 del giorno anteriore (festivi inclusi) a quello d’inizio del rapporto di lavoro domestico.

Il datore di lavoro domestico, al fine di procedere con l’assunzione, può rivolgersi:

  • agli intermediari abilitati tra cui i consulenti del lavoro
  • al call center dell’Inps o alla sezione dedicata sul sito dell’istituto previdenziale

Secondo quanto previsto dal contratto (che descrive anche le varie opzioni e categorie di chi svolge questa funzione), il monte ore per lavoratore sono:

  • 54 ore settimanali e massimo 10 ore giornaliere non consecutive
  • 40 ore settimanali per un massimo di 8 ore giornaliere distribuite su 5 o 6 giorni
  • 30 ore a settimana per i lavoratori conviventi il cui inquadramento, nel Ccnl, è nei livelli B, B super e C

Qualunque sia la tipologia di categoria di assunzione del lavoratore, i lavoratori hanno diritto a 26 giorni retribuiti di ferie.

Le stesse regole per i baby sitter valgono per tutti i lavoratori e le lavoratrici domestiche e dunque anche per le colf e bandati, che logicamente hanno altre mansioni rivolte agli adulti.

Nel caso in cui non servisse una baby sitter a tempo pieno ma solo occasionalmente una possibilità è quella del libretto di famiglia. Come evidenzia l’Inps, gli utilizzatori possono acquisire prestazioni di lavoro attraverso il libretto famiglia, un libretto nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento, il cui valore nominale è fissato in 10 euro, importo finalizzato a compensare attività lavorative di durata non superiore a un’ora. Il libretto famiglia può essere finanziato mediante versamenti tramite F24 modello Elide, con causale LIFA, oppure tramite il “Portale dei pagamenti”.

Bisogna ricordarsi, però, che per ogni prestatore l’importo massimo è di 5mila euro complessivi di cui 2500 euro per singola famiglia o persona che richiede tali servizi. Le attività consentite con il libretto riguardano:

  • piccoli lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione;
  • assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
  • insegnamento privato supplementare.

Congedo parentale

Come tutti sanno, il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro che viene garantito ai genitori al fine di poter prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita.

Il periodo complessivo concessi complessivamente tra i due genitori non può superare i 10 mesi che salgono a “11 se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato di almeno tre mesi”.

La novità introdotta lo scorso agosto, di cui si è scritto in un precedente articolo dei IlGiornale.It, riguarda l’allungamento del periodo temporale del bambino entro cui è possibile fruire del congedo che è salito dai precedenti 6 anni sino a 12.

Le lavoratrici e i lavoratori possono presentare la domanda di congedo parentale online all'INPS attraverso il servizio dedicato.

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