In banca il posto sicuro non esiste più. Dopo il passo falso del governo Monti sugli esodati (13mila persone) e la tentazione dell'Abi di «rottamare» gli over 55, si apre la falla degli apprendisti. A rompere gli indugi è Intesa Sanpaolo che ieri pomeriggio al Lingotto ha evidenziato ai sindacati la decisione di tagliare gli addetti in «scadenza» assunti con contratti di formazione lavoro: al momento una ventina di persone ma, guardando ai prossimi mesi la platea potenziale è di 200 addetti nella sola Ca de' Sass. Senza contare che se l'industria del credito seguirà il percorso di Intesa - il suo direttore operativo Francesco Micheli è il capo del comitato sindacale dell'Abi - il sistema potrebbe mettere alla porta 1.500-2mila addetti. Da aggiungere ai circa 20mila lavoratori in eccesso stimati da Palazzo Altieri.
Lo scontro sugli «apprendisti» è piombato ieri sul tavolo del primo incontro tra Enrico Cucchiani e le forze sociali. Il banchiere, accompagnato da Micheli, ha illustrato la difficile situazione del settore, alle prese con insoluti crescenti che sgretolano i profitti, ribadendo la necessità di stringere la cinghia anche sul costo del lavoro. Immediata al risposta delle forze sociali che in un comunicato congiunto hanno condannato «il licenziamento» degli addetti di Intesa, chiedendone l'immediata riassunzione. Le organizzazioni hanno poi evidenziando la necessità che sia per primo il vertice a tagliarsi lo stipendio. Lo scontro ricade sulle tratattive per il piano d'impresa che riprenderanno il 10 ottobre a Milano.
Poco prima Cucchiani era stato impegnato per oltre tre ore con i mille manager del gruppo accorsi a Torino. Li aveva esortati a raggiungere gli obiettivi fissati per fine anno, chiedendo uno sprint finale secondo due parole chiave: «rigore e capacità di eccellere». Al tempo stesso il ceo ha dato notizia che è stato varato l'aumento delle deleghe alla rete della Banca dei Territori, che godrà quindi di maggiore capacità di manovra sia nell'erogazione del credito sia nella nomina dei direttori di filiale.
Dopo aver ribadito la solidità patrimoniale di Intesa rispetto all'esame dell'Eba, Cucchiani si è mostrato possibilista sul fatto di trovare un accordo con i sindacati. A colpire è però l'inversione di rotta avviata da Ca de'Sass: anche all'acme della crisi, le banche avevano infatti finora sempre confermato gli apprendisti. Si pone poi un problema di inquadramento normativo dal momento che l'apprendistato è stato lo strumento scelto, in sede di rinnovo del contratto nazionale, per favorire nuova occupazione nel settore.
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