Le banche italiane da qui a fine anno andranno meglio del resto di Piazza Affari e nei prossimi sei mesi potrebbero guadagnare un altro 15-20%. Complici le misure previste dalla legge di Stabilità, nelle sale operative il clima verso la nostra industria del credito resta positivo, ma la condizione necessaria è che nell'economia italiana prosegua la «ripresina» in atto.
Il punto nodale - avvertono Paolo Moia, responsabile asset management di Banca Profilo, e Stefano Mach di Azimut - sono i 340 miliardi di crediti deteriorati, tra incagli e sofferenze, che continuano a pesare sulle spalle delle banche. Il fatto che presto, secondo quanto scritto nella legge di Stabilità, «si potrà spalmare le perdite in 5 anziché in 18 anni, genererà un impatto sugli utili prossimo al 10%», calcola Mach. Il beneficio fiscale per i gruppi maggiori dovrebbe essere di un miliardo in due anni. Altra spinta alle quotazioni - nota l'esperto di Azimut - è poi la stessa determinazione con cui Bankitalia ha chiesto alle grandi Popolari di riformare la governance.
Un ulteriore aiuto è atteso dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia in mano agli istituti del nostro Paese, a partire da Intesa Sanpaolo (42,51% iscritto a bilancio a un valore di carico di 624 milioni) e Unicredit (22,11% per 284,5 milioni). Secondo alcune stime, il reale valore di Via Nazionale sarebbe prossimo a 7 miliardi.
Banche, un balzo del 15% è possibile
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