«Banche vittime della crisi Norme e fisco penalizzanti»

«Banche vittime della crisi Norme e fisco penalizzanti»

«Le banche sono vittime della crisi e non hanno contribuito a crearla». Appena riconfermato presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari sfida l'impopolarità che ha colpito la categoria, in questi tempi di credit crunch, e il suo intervento all'assemblea annuale diventa una difesa a tutto campo del sistema bancario, sia pure attenuata dall'autocritica: «Sicuramente portiamo alcune responsabilità - dice - ma siamo anche un elemento solido in un Paese solido, una vitale risorsa per la necessaria ripartenza. Non chiediamo regole di favore, ma un terreno di gioco comune, basato sulle regole di stabilità, di trasparenza e di concorrenza, senza vincoli amministrativi e obblighi a prestare servizi gratuiti. Tutti - aggiunge il numero uno di Palazzo Altieri - dobbiamo fare con coscienza la nostra parte. Noi la stiamo facendo».
E qui arriva la mano tesa al premier Mario Monti, presente in sala: l'Italia, dice il presidente dell'Abi, non potrà smettere di continuare a dare impulso a rigore e crescita, proprio perché non siano vani gli sforzi compiuti dall'attuale governo a cui «rinnoviamo il nostro pieno e convinto sostegno». Governo che però «non è mai stato tenero con noi»: troppe regole - «500 provvedimenti degli ultimi 5 anni che hanno interessato le imprese bancarie, due a settimana» - e troppo fisco penalizzano, puntualizza Mussari, la redditività delle banche italiane, che «negli ultimi 10 anni hanno sopportato quasi 15 punti di pressione fiscale effettiva in più rispetto all'Unione europea». Poi si toglie un altro sassolino dalla scarpa: «Non un euro di potenziale liquidità per imprese e famiglie è stato sottratto all'economia reale», ricorda, a proposito dei finanziamenti della Bce.
Il calo dei prestiti - da quelli alle aziende ai mutui casa -, però, non è un'opinione: lo certifica la Banca d'Italia, e da diversi mesi. Infatti, il governatore Ignazio Visco interviene a correggere il tiro: le banche devono concedere credito a chi lo merita, è il leit-motiv della sua relazione. «Le politiche di affidamento - dice esplicitamente - devono essere basate sulla solidità dei progetti imprenditoriali, non su relazioni e legami che ne prescindano». Altro tema caldo, il taglio delle spese: «Occorre continuare nella riduzione degli stipendi dei manager, ridimensionare buonuscite e super bonus», osserva il governatore di Bankitalia. Più tecnici gli altri argomenti: Visco si dice favorevole a un sistema di supervisione bancaria unica in zona euro, non senza mettere in evidenza che lo spread è di gran lunga superiore a quanto giustificato dai fondamentali della nostra economia, e invita gli istituti di credito a innalzare ulteriormente i livelli di patrimonio di migliore qualità rispetto a quelli regolamentari. Gli risponde indirettamente il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Enrico Tommaso Cucchiani: «Siamo una delle banche europee con i quozienti patrimoniali più elevati. Abbiamo un Core Tier 1 che oggi è al 10,7% e credo che a fine anno supereremo significativamente questa percentuale». Nelle stesse ore l'Eba promuove le banche europee: tutte, o quasi, sono in linea con il parametro richiesto di un core tier 1 superiore al 9%.


«La resistenza complessiva del sistema è migliorata - rileva in una nota l'Autorità bancaria europea - senza che ci sia stato un effetto negativo sulla capacità di concedere prestiti all'economia reale». Per le poche banche, ancora sotto la soglia, sono in corso le misure di garanzia.

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