Banco Pop chiude 63 filiali e riorganizza la rete con gli sportelli a grappolo

Pier Francesco Saviotti ridisegna l'ossatura del Banco Popolare: la cooperativa veronese «sacrificherà» 63 filiali, considerate non più strategiche. L'impatto finale sarà, però, una discesa dagli attuali 1.886 sportelli a 1.838, perché in parallelo saranno avviate 15 aperture, di cui cinque già deliberate. Non solo, la rete sarà completamente riorganizzata, sulla base di un organigramma «a grappolo» che vedrà la nascita di filiali principali (chiamate a fare da «hub») e altre satellite («spoke»). Si tratta della stessa impostazione strategica adottata da Piero Montani per la Popolare di Milano, ma in alcuni piccoli centri, gli sportelli del Banco apriranno «a singhiozzo», sostanzialmente saranno attivi a giorni alterni, così da compendiare la necessità di tagliare i costi con quella di mantenere quel presidio sul territorio che rappresenta l'orgoglio delle cooperative.
Per lo stesso motivo e per tenere sotto controllo le sofferenze, la rete compirà un passo indietro dal large corporate, appaltando tutta la politica del credito alle grandi imprese alla direzione generale. La decisione segue la scelta di Saviotti di concentrare le forze sulle famiglie e le piccole imprese lasciando, salvo poche eccezioni, a Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mps il compito di seguire i campioni dell'industria nazionale. Il piano, battezzato «Riorganizzazione delle rete commerciale», è finalizzato a ridare slancio alla banca dopo le macerie lasciate nell'economia italiana da sette anni di crisi e dovrebbe essere accompagnato da un ulteriore taglio ai costi del personale.
I dettagli saranno annunciati ai sindacati venerdì prossimo, ma il Banco dovrebbe apprestarsi ad accompagnare alla pensione ancora alcune centinaia di dipendenti: le uscite avverranno su base volontaria tramite il Fondo esuberi, il principale ammortizzatore sociale del settore, e i «pensionati» saranno controbilanciati dall'assunzione di un centinaio di giovani. Per lo stesso motivo, a tutto il personale della cooperativa dovrebbero essere chieste tre giornate di solidarietà.
I nuovi prepensionamenti del Banco si aggiungono alle circa 25mila uscite già messe in cantiere per i prossimi cinque anni dal sistema creditizio italiano per allinearsi alla gelata dei consumi.

Gran parte del lavoro possibile sul fronte dell'efficienza è però già stato fatto, e i sindacati del credito temono che dietro il cahier de doleance del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, sulle sofferenze, si nasconda il progetto di ricorrere a strumenti straordinari come la cassa integrazione.

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