Le due ex popolari, il BancoBpm e Ubi, chiudono il primo giro di boa del trimestre con utili in calo ma superiori alle previsioni del mercato. L'istituto di piazza Meda ringrazia l'Ipo di Nexi che ha fatto incassare una ricca plusvalenza. La banca guidata da Giuseppe Castagna ha venduto durante l'offerta pubblica per lo sbarco in Borsa il 70% della sua partecipazione in Nexi (1,6% circa). E il risultato netto finanziario nel primo trimestre ne ha beneficiato, includendo circa 60 milioni di plusvalenza sull'operazione, di cui 42,4 milioni realizzati nel corso dell'Ipo e circa 17,4 milioni attraverso la rivalutazione della partecipazione restante a 8,5 euro per azione. Il primo trimestre è stato così archiviato con un utile di 150,5 milioni, in calo del 32,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 (che però beneficiava della plusvalenza derivante dal riassetto delle bancassicurazione), ma superiore al consensus di Bloomberg, che si attendeva profitti per 144 milioni. La banca milanese, che presenterà il suo nuovo piano triennale in autunno, deve comunque fare i conti con un rallentamento dell'attività commerciale anche per l'uscita di manager in seguito al cosiddetto scandalo diamanti. Martedì sera l'istituto ha annunciato l'uscita del direttore generale Maurizio Faroni e di altri due dirigenti. «Già da aprile sta andando molto meglio», ha però sottolineato ieri Castagna.
Ieri, sono arrivati anche i conti trimestrali di Ubi che è scattata in Borsa con un balzo del 4,8 per cento. L'istituto guidato da Victor Massiah ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con un utile netto di 82,2 milioni, in calo del 30,1% rispetto allo stesso periodo del 2018 però al di sopra dei 62 milioni previsti dal consensus degli analisti.
Sul risultato pesa a contabilizzazione di 42,6 milioni netti relativi all'accordo sindacale siglato nel mese di marzo. L'utile al netto delle poste non ricorrenti è di 124,9 milioni, a fronte dei 121 milioni del primo trimestre 2018.