«I love Barclays». Un amore che si è tramutato in una passione insana quello che ha dichiarato ieri nell«interrogatorio» di oltre tre ore lex ad di Barclays, Bob Diamond, dinanzi alla commissione Tesoro del Parlamento britannico. Il manager non è stato reticente e ha anche adombrato la possibilità che le autorità politiche e finanziarie non fossero del tutto alloscuro delle manipolazioni compiute dalla banca nella comunicazione dei tassi Libor.
Le prime parole, tuttavia, suonano parzialmente come un mea culpa. «Ci sono stati alcuni comportamenti riprovevoli», ha ammesso specificando che «quando ho letto la mail scambiate con i trader sono stato male fisicamente». Poi la piena ammissione di responsabilità: «Non ci sono scuse per quel comportamento. È sbagliato e mi spiace», ha detto. «Lattenzione - ha aggiunto - si è concentrata sulla mia leadership e il sostegno dei regolatori non è stato così forte come in passato: per aiutare Barclays ho deciso di dimettermi».
Insomma, il suo passo indietro - come quello dellex presidente Marcus Agius - è stato un atto dovuto ma non rappresenta una copertura per lomessa vigilanza del sistema regolatorio. Che Barclays comunicasse tassi Libor più bassi rispetto a quelli a cui si finanziava sullinterbancario - par di capire leggendo tra le righe delle sue affermazioni - era un fatto notorio. «Si sapeva da tempo che cerano dei dubbi, non possiamo pretendere che sia una sorpresa».
Viene così tirata in ballo la Bank of England e la famosa telefonata col vicegovernatore Paul Tucker nel 2008. La ricostruzione, effettuata dinanzi ai parlamentari, però, non scioglie tutti i dubbi. Diamond, allora a capo del ramo investimenti, fece presente a Tucker i propri timori circa una possibile nazionalizzazione e accusò gli altri istituti di riportare valori più bassi del Libor. Da lì in poi, come per magia, anche i tassi di Barclays scesero.
Una verità dalle molte sfaccettature quella raccontata da Diamond che, incalzato dal deputato laburista Mann, rifiuta di restituire automaticamente i bonus percepiti fino a oggi. «È una decisione che dovrà prendere il cda», conclude sottolineando la necessità di «un forte sistema di controllo per le banche».
Oggi è atteso il voto della Camera dei Comuni sulla proposta del premier David Cameron di costituire una commissione parlamentare dinchiesta sullo scandalo.
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