Basilea 3, nella versione soft messa a punto domenica scorsa dai governatori del comitato di vigilanza, piace. Piace ovviamente alle banche, che da mesi si battevano per un allentamento dei vincoli stringenti di patrimonializzazione previsti dall'impianto originario. Ma non solo. Una promozione senza riserve è arrivata dall'Unione europea, con il commissario Michel Barnier convinto della possibilità di poter raggiungere un accordo «entro questo mese». Poi ci sono gli investitori, pronti anche ieri a canalizzare gli acquisti sui titoli bancari.
Il ragionamento alla base degli acquisti è semplice. Il nuovo perimetro concede più tempo agli istituti di credito per adeguare la propria liquidità, cioè lo «scudo» per parare i colpi di un eventuale choc di mercato. I nuovi criteri sul cosiddetto Liquid coverage ratio (Lcr) scatteranno a gennaio 2015, ma entreranno in vigore gradualmente entro gennaio 2019. Le banche avranno dunque a disposizione due anni per reperire il 60% della liquidità richiesta rispetto al 100% previsto in precedenza. Al termine del 2015, e per ogni anno fino al 2019, tale percentuale dovrà essere incrementata di 10 punti. Si tratta di una formula annacquata, forse frutto della pressione esercitata dai Paesi del Nord Europa (ma anche dalla Francia), le cui banche sono sotto stress per aver messo prima in pancia gli asset tossici generati dal virus dei mutui subprime e poi i bond dei Paesi più colpiti dalla crisi del debito. Non è un caso che i maggiori guadagni siano stati realizzati ieri proprio dagli istituti di quest'area (Commerzbank +3,63%, Crédit Agricole +3%, Barclays +3,4% e Bankinter +9,4%). Ma in una giornata opaca ovunque (-0,38% Milano), segnata dalla risalita dello spread Btp-Bund a quota 283, anche i bancari italiani sono rimasti sugli scudi: Banco Popolare è salita del 5,4%, Mediobanca del 2,5%, Unicredit dell'1,8% e Intesa Sanpaolo dell'1,6. Di ben altra consistenza il balzo di Mps, schizzato del 6,9% dopo il +12% di venerdì, con il 10% del capitale passato di mano. «Il titolo aveva perso molto», spiegano nelle sale operative. Ma la Consob continua a monitorare i movimenti del titolo.
Il fatto che i rialzi stiano premiando anche le banche tricolori, già al top o vicine ai target di liquidità, ha una spiegazione. La nuova architettura non è, infatti, solo figlia di interessi particolari, ma elimina l'asimmetria competitiva che si sarebbe creata nei confronti degli Usa, dove non si intendono adottare gli step imposti da Basilea 3. Inoltre, la decisione di scaglionare nel tempo l'entrata in vigore degli standard di Basilea 3 intende rispondere all'esigenza di non indebolire ulteriormente il ciclo economico.
Senza una modifica del quadro normativo, gli istituti europei avrebbero dovuto rastrellare 1.170 miliardi di euro entro il 2015 e i danni all'economia reale sarebbero stati attorno ai 500 miliardi, anche a causa dell'inasprimento dei costi alla clientela e al restringimento dell'erogazione di prestiti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.