Economia

Battaglia a Nord-Est A2a e Hera si sfidano sul dossier Ascopiave

Il fondo Amber ha venduto il 2,5% a Bologna e il 4,1% a Milano, interessata a quel mercato

Battaglia a Nord-Est A2a e Hera si sfidano sul dossier Ascopiave

La linea del Piave è l'ultima frontiera della battaglia tra le utility di Milano e Brescia riunite in A2a contrapposte all'asse Bologna-Padova-Trieste di Hera. A recitare il ruolo dell'arciduca Francesco Ferdinando è stato il fondo attivista Amber (recentemente salito alla ribalta delle cronache per la contestata esclusione al libro soci di PopSondrio). Ebbene, l'organismo di investimento ha deciso di liquidare in poco tempo la partecipazione nell'utility del Trevigiano Ascopiave, ma con una modalità particolare. Giovedì sera ha annunciato la cessione di un 2,5% circa a Hera a un prezzo di 3,98 euro per azione (9 milioni circa il controvalore). Venerdì mattina A2a ha reso noto di aver acquisito, sempre dal medesimo venditore, il 4,16% a 4,30 euro (41 milioni la spesa totale). Mentre la società guidata dall'ad Valerio Camerano ha comprato a premio (giovedì Ascopiave aveva chiuso a 4,06 euro), i «concorrenti» presieduti da Tomaso Tommasi di Vignano a sconto.

L'intervento lombardo, giudicato «a gamba tesa», ha provocato la reazione sdegnata di Ascopiave che venerdì ha acquisito uno 0,4% di Hera, proprio a rafforzare il legame tra l'utility emiliano-giuliana e quella veneta. Ascopiave, infatti, è controllata al 51% da Asco Holding, un veicolo che riunisce una cinquantina di Comuni, in larga parte della Valle del Piave. Asm Rovigo, poi, ha il 4,4% circa, mentre il flottante complessivo in Borsa è del 33% circa. Insomma, a prima vista, la società non è contendibile, tanto più che Hera si era aggiudicata un milione circa di clienti messi all'asta dalla stessa Ascopiave diventata socia di minoranza al 48% nella EstEnergy che commercializza gas ed energia elettrica.

Che cosa giustifica, dunque, lo sforzo economico di A2a? Semplicemente l'utility lombarda di recente ha messo un piede nel Nord-est tramite il progetto di fusione delle aziende di Verona (Agsm) e Vicenza (Aim). A2a sarà il partner industriale con una quota del 30% della nuova società post conferimento di alcuni asset. L'operazione, oltre all'allargamento della base clienti (circa 600mila), consentirà anche di svilupparsi nel trattamento rifiuti. Un'intesa che ha lasciato a bocca asciutta tanto Hera («Noi aspettavamo di essere chiamati come altri, vista anche la nostra presenza e dotazione impiantistica in Veneto», dichiarò Tommasi) quanto Dolomiti Energia. Per A2a, dunque, espandersi anche verso Treviso sarebbe determinante in ottica futura visto che in Lombardia è già leader di mercato. D'altronde, è proprio il Veneto l'altro «motore» economico del Paese e la vicinanza geografica è un altro vantaggio competitivo.

Ovviamente, la vicenda è foriera di ulteriori sviluppi, soprattutto vista la tempra bolognese nella gestione di simili questioni. Tuttavia, si può affermare che un vincitore della contesa ci sia già: è il mercato. Nelle ultime due sedute di Borsa Ascopiave si è apprezzata di oltre il 10% e la capitalizzazione sfiora ormai il miliardo di euro.

Gli operatori ci credono anche perché, in un periodo a bassa intensità di M&A, occorre avere speranza.

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