Economia

Bazoli "apre" a Della Valle su Rcs

Il presidente di Intesa: "Venga a parlare, pronto al chiarimento". Ma Mr Tod's valuta la diffida sull'aumento

Bazoli "apre" a Della Valle su Rcs

Il presidente del cds di Intesa nonché dominus carismatico di Rcs, Giovanni Bazoli, ha mandato un segnale pacificatore al patron di Tod's, Diego Della Valle, che nelle scorse settimane non ha lesinato attacchi al banchiere. «Se volesse parlarmi sarei prontissimo a riceverlo e anche a chiarire. Non avrei nessuna contrarietà, nessuna difficoltà», ha dichiarato Bazoli aggiungendo di non sentirsi «neppure offeso» nonostante le critiche siano state portate anche sul piano anagrafico.
«Ci sono stati momenti in cui avevamo rapporti cordiali, se dovessero tornare non avrei nulla da dire», ha sottolineato il numero uno di Intesa presentando al Salone del Libro di Torino Una storia italiana (volume del Mulino sulla genesi di Intesa dal 1982 al 2006). Una mano tesa che assume una rilevanza decisiva nel momento in cui l'imprenditore marchigiano sta elevando i toni dello scontro sulla ricapitalizzazione da 400 milioni.

Della Valle attraverso il legale Sergio Erede, secondo quanto riferito da Economiaweb.it, starebbe per inviare una nuova missiva al consiglio dell'editrice del Corriere contenente una diffida dal proseguire sulla strada dell'aumento. Non è un mistero, infatti, che Mister Tod's preferirebbe che Rcs avviasse la strada dell'amministrazione controllata in modo tale da non disperdere metà delle risorse derivanti da una ricapitalizzazione molto diluitiva nel rimborso del debito bancario.
Va da sé che l'apertura di Bazoli potrebbe essere foriera di sviluppi interessanti. Non è un caso, infatti, che l'iniziale progetto dell'ad Pietro Scott Jovane di dismettere l'intero complesso immobiliare di via Solferino-via San Marco per far cassa sia stato modificato dopo la presa di posizione del banchiere sulla salvaguardia della sede storica del Corriere. Dalla metà del mese scorso, infatti, Banca Imi sta procedendo a raccogliere offerte per il solo immobile di via San Marco. Così come non è un caso che le ulteriori riflessioni in corso sulle modalità di rifinanziamento del debito di Rcs siano state avviate in virtù della sensibilità ai richiami di alcuni componenti del patto di sindacato mostrata sia da Mediobanca sia da Bazoli stesso.

Anche se l'avvocato Sergio Erede è abituato a vincere battaglie sulla carta «impossibili» (come dimostrano i casi Salini-Impregilo e Generali-Kellner), la strada del concordato preventivo ipotizzata da Della Valle è molto impervia, come testimoniato ieri dal Giornale sulla base di autorevoli pareri. Le banche creditrici passerebbero in terza fila dopo fornitori e dipendenti, ma dovrebbero votare a maggioranza la procedura. Per Intesa (esposta per 300 milioni), Ubi (200 milioni), ma anche Unicredit (100 milioni) sarebbe una perdita sicura. A un simile livello di penalizzazione (70%) può essere associata anche la procedura della legge Marzano che prevede la conversione del debito in equity. Molto più semplice, secondo i legali, sarebbe cercare un accordo con le banche per ottenere uno sconto sul tasso applicato alla nuova finanza (6,3% attualmente), cercare di dilazionare il rimborso dei 200 milioni e rendere così meno diluitivo l'aumento.

In fondo, questo è l'obiettivo che si è dato anche Pietro Scott Jovane.

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