Bazoli non si fa rottamare «Qui per il bene di Intesa»

Bazoli non si fa rottamare «Qui per il bene di Intesa»

È solo una casualità del destino, ma Giovanni Bazoli è stato riconfermato dall'assemblea alla presidenza di Intesa Sanpaolo (ruolo che detiene da oltre un trentennio quando corse al capezzale del Banco Ambrosiano) nello stesso giorno in cui Giorgio Napolitano ha assunto per la seconda volta la presidenza della Repubblica.
E i toni utilizzati sono stati i medesimi. «Ho accettato per le pressanti richieste dei principali azionisti e del nuovo consigliere delegato Enrico Tomaso Cucchiani», ha detto Bazoli. Anche perché l'analogia con il Parlamento c'è tutta: come a Roma solo Napolitano poteva garantire equilibri di per sé precari, allo stesso modo a Ca' de Sass solo Bazoli può consentire di tenere insieme gli interessi degli azionisti di Milano e di quelli di Torino. Ecco perché, proprio come il capo dello Stato, ieri ha rivolto un monito ai soci. «Il mio attaccamento a questa banca - ha sottolineato - è totale e tale che mai esiterei a passare la mano ad altri al primo segno di difficoltà che avvertissi nell'espletamento del mio mandato». Divisioni e litigiosità - il cui tasso storicamente è stato contenuto - dovranno essere evitate, pena la rinuncia al dominus della banca.
Bazoli comunque ha voluto mettere in chiaro che la sua permanenza in carica è una pubblica sconfessione dei sempre più numerosi «Matteo Renzi» in salsa bancaria. «Non credo che sia da condividere la teoria della rottamazione che oggi va tanto di moda - ha chiosato - perché porterebbe a privarsi di persone essenziali per la società civile, politica e religiosa». Bazoli sarà affiancato nel cds da due vicepresidenti: Mario Bertolissi (in quota Cariparo-CariFirenze) e Gianfranco Carbonato (Compagnia di San Paolo). La prima riunione si svolgerà lunedì 29 aprile e, costituiti i comitati, si procederà alla designazione del cdg che dovrebbe essere guidato da Gian Maria Gros-Pietro.
L'unico «fuori programma» dell'assise (che ha dato l'ok al bilancio 2012 approvando un dividendo di 5 cent alle ordinarie e di 6,1 cent alle risp) è stato rappresentato dalle rimostranze della Consob che ha inviato una lettera nella quale chiedeva conto della partecipazione di Eurizon alla stesura della lista Assogestioni. Bazoli ha replicato che la Sgr controllata da Intesa ha messo a disposizione i propri voti per consentire ai fondi di raggiungere il quorum per presentare le liste.
Per quanto riguarda il versante gestionale, il Ceo Cucchiani ha spiegato che «nel 2012 si è tenuta la barra ferma conseguendo il miglior risultato degli ultimi cinque anni» e ha confermato per il 2013 una cedola «pari o superiore a quella dell'anno scorso». Cucchiani ha inoltre precisato che il management sta lavorando affinché «non si debbano sopportare svalutazioni» delle partecipate, a partire da Alitalia e Telco.

In merito a quest'ultima Cucchiani ha confermato che l'offerta di H3g «poteva avere profili di interesse e come tale doveva essere valutata attentamente», ma che le decisioni spettano agli organi del veicolo che controlla Telecom.

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