Benetton riparte da Sforza. Edizione mette 260 milioni

La famiglia si affida all'ex manager Wind come a un ristrutturatore. Tutti a casa i membri dell'attuale cda

Benetton riparte da Sforza. Edizione mette 260 milioni
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Il primo atto del nuovo corso di Benetton, gruppo di abbigliamento dell'omonima famiglia, è andato in scena ieri a Ponzano Veneto nel corso di un consiglio di amministrazione che, nonostante le premesse e i sicuri futuri strascichi legali, si sarebbe svolto in un clima definito «collaborativo». Il consiglio ha approvato all'unanimità (erano tutti presenti) il bilancio in rosso della rottura che vedrà Luciano Benetton (fondatore del gruppo nel 1965 con la sorella Giuliana e i fratelli Gilberto e Carlo) lasciare per sempre la presidenza. Non solo. Anche l'attuale cda andrà a sciogliersi il prossimo 18 giugno, quando arriverà a scadenza, e con esso - riporta una fonte - usciranno di scena anche «tutti i consiglieri della famiglia attualmente in consiglio». Oltre a Luciano, siedono nel board del gruppo anche Christian Benetton (figlio dello scomparso Carlo), Franca Bertagnin Benetton (figlia di Giuliana) ed Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton (figlia di Gilberto, scomparso nell'estate del 2018).

Poche le novità sui numeri. È stato infatti confermato nel corso del consiglio durato circa tre ore il risultato netto negativo per 230 milioni che era stato preannunciato dallo stesso presidente qualche giorno fa in un'intervista molto polemica che lo ha portato, nelle ultime ore, a prendere le distanze dalla società e, in particolare, dall'amministratore delegato Massimo Renon (che ha già annunciato battaglia legale per difendersi dalle accuse mosse dal patron). Una figura al centro delle polemiche (per via delle ipotizzate responsabilità) che novità di ieri sarà sostituito da Claudio Sforza. Il nuovo manager è chiamato a gestire la riorganizzazione e il rilancio del business, con il mandato di agire come un ristrutturatore di un gruppo in crisi. Sforza si trasferirà a breve a Treviso. Il manager ha ricoperto ruoli di alto profilo in grandi aziende pubbliche e private in diversi settori industriali: da Astaldi a Poste, passando per Ilva, Telecom e Wind. Laureato in economia all'Università di Roma, ha sviluppato la sua carriera nel mondo delle telecomunicazioni, mentre e in Wind ha guidato la divisione commerciale, sia per le grandi che per le piccole-medie aziende.

E il lavoro per Sforza non mancherà. I numeri licenziati dal cda confermano, infatti, la profonda crisi aziendale: il fatturato è pari a 1,098 miliardi, l'ebit è in rosso di 113 milioni e la perdita netta è arrivata a 230 milioni dopo 150 milioni di svalutazioni. Il patrimonio netto è ora di 105 milioni. L'azionista Edizione (presieduto da Alessandro Benetton), cassaforte del gruppo, supporterà il piano di rilancio stanziando 260 milioni nei prossimi anni dopo i 350 milioni già iniettati negli ultimi esercizi. L'intervento avverrà sia attraverso un aumento di capitale sia attraverso alcuni finanziamenti infragruppo.

Resta, in ogni caso, da capire cosa sia successo nel 2023 dopo un 2022 chiuso con un risultato netto a -81 milioni, in miglioramento dai -112 milioni del 2021 e dai -281 milioni del

2020 (anno nero del Covid in cui Renon fu chiamato in Benetton con l'obiettivo di implementare «il processo di rilancio del business avviato dal presidente Luciano Benetton nel 2018», riportava un comunicato dell'epoca).

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