Bernabè: «La società resterà italiana, lo scorporo della rete non è in agenda»

«Telefonica non è azionista di Telecom, ma di Telco, i cui soci hanno garantito l’italianità». Lo ha sottolineato l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, ieri all’appuntamento fiorentino di «Working Capital», il progetto della società dedicato ai giovani imprenditori. «Telecom è una società italiana - ha detto -, Telco rappresenta solo una parte degli azionisti e detiene il 25%. I problemi riguardano gli azionisti di questa società. Ci si dimentica spesso che Telefonica non è azionista di Telecom, ma di Telco». Il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, aveva sostenuto che la rete telefonica è una infrastruttura molto importante che deve rimanere in Italia e la presenza con il 42,3% da parte degli spagnoli in Telco, che detiene il 24,5% di Telecom, è un problema da risolvere e al quale il governo guarda con attenzione.
«Gli azionisti di Telco hanno garantito non solo l’italianità quando è stata acquistata la partecipazione, ma l’hanno gestita nell’interesse di Telecom e dell’italianità della partecipazione - ha detto l’ad -. Nel corso di questo periodo i soci di Telco hanno fatto quello che dovevano fare nell’interesse di Telecom, non solo per sostenere un progetto italiano di rilancio ma anche per consentire a Telecom di riprendere un proprio cammino di crescita. E a oggi questo percorso non si è interrotto». Nonostante la fiducia dell’ad sul futuro di Telecom, le ipotesi non mancano. Secondo il quotidiano spagnolo El Economista, che cita fonti Telecom, Mediaset sarebbe interessata a entrare nella partita. Ma l’ipotesi è stata seccamente smentita dalla società televisiva.

Più credibile invece è lo studio di un interessamento da parte di Poste Italiane, anche se il presidente di Telecom, Gabriele Galateri, ha recentemente sottolineato di non saper nulla del progetto. Quanto alla rete, Bernabè ha ribadito: «Lo scorporo non è in agenda».

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