La bolla immobiliare morde i bilanci delle banche europee

La bolla immobiliare morde i bilanci delle banche europee

La mala gestio del Montepaschi fa storia a sè, ma anche i conti diffusi in questi giorni dalle banche europee stanno creando più di un motivo di preoccupazione. A parte alcuni casi, i numeri restituiscono l'immagine diffusa di un sistema in cui i lavori per il risanamento sono ancora in corso: oltre al ciclo congiunturale, pesano le ricapitalizzazioni imposte da Basilea 3 e la pulizia dei bilanci a colpi di svalutazioni e di accantonamenti per smaltire le tossine accumulate con i derivati o in seguito allo scoppio della bolla immobiliare. Il rinvio dei requisiti di liquidità aggiuntiva ha garantito una boccata d'ossigeno a un mondo come quello del credito che, secondo l'Ocse, deve reperire 400 miliardi di euro. Ma all'orizzonte s'intravvede, entro la fine dell'anno, lo spauracchio di nuovi stress test disposti dall'Eba, l'autorità bancaria europea.
E a quell'esame molte banche rischiano di arrivare impreparate. Sotto questo profilo, dovrà essere intenso il lavoro per mettere il credito spagnolo nelle condizioni di presentarsi all'appuntamento con le carte in regola. I 40 miliardi versati dall'Ue hanno evitato il fallimento di quattro istituti, tra cui Bankia, ma già si parla di ulteriori aiuti necessari. D'altra parte, anche i risultati degli istituti fuori dal ciclone meritano attenzione. Giovedì il Santander, che continua a pagare il conto delle sofferenze sui mutui immobiliari, aveva presentato conti in rosso. Ieri è toccato a Bbva annunciare un crollo degli utili del 44,2%, a 1,68 miliardi, a causa degli accantonamenti relativi al settore immobiliare, e al Banco Popular dichiarare perdite per 2,46 miliardi nel 2012. Il motivo? Il solito: gli accantonamenti (9,6 miliardi) per ripulire l'esposizione verso il settore del mattone.
Ma l'esplosione della bolla non ha fatto vittime solo in Spagna. In Olanda, il governo ha annunciato ieri la nazionalizzazione del gruppo bancario e assicurativo Sns Reaal. Costo: di 3,7 miliardi. Quattrini che lo Stato è stato costretto a sborsare dopo che Sns Reaal non era riuscita a cadere asset allo scopo di riempire i buchi creati nell'immobiliare.


Saranno invece le svalutazioni degli asset per 2,6 miliardi la causa principale della perdita con cui il Crédit Agricole dovrebbe aver chiuso il 2012, dopo aver accusato nel terzo trimestre un passivo di 2,5 miliardi a causa della cessione della greca Emporiki.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica