Mentre gli utenti di Netflix raggiungono i 117 milioni, quelli di Canal Plus scendono sotto i 5. Certo Vivendi non è solo pay tv, ma un gruppo media composito che comprende musica (Universal), pubblicità (Havas) e videogiochi (Ubisoft e Gameloft). Questo è stato spiegato ieri al gruppo di consiglieri indipendenti, sindaci e manager di Tim in visita guidata a Canal Plus. La spedizione era capitanata da Arnauld de Puyfontaine, presidente di Tim e ad di Vivendi.I dati di Netflix fanno però capire il motivo dell'insistenza con cui Vincent Bolloré, presidente di Vivendi (che è il primo socio di Telecom con il 23,9%) riproponga la joint venture per i contenuti tra Tim e Canal Plus che sarà avviata su nuove basi dopo che il vecchio accordo è decaduto in seguito alla contestazione portata all'attenzione della Consob da sindaci e alcuni indipendenti. Il nuovo accordo, che dovrebbe vedere sempre Tim al 60% e Canal Plus al 40%, sarà riproposto con la procedura prevista per le parti correlate.
E dunque, secondo indiscrezioni, non potrà essere approvato in tempi brevi (ci vorrà forse un anno) visto che l'iter è complesso.
Ovvio che non sarà la visita conoscitiva delle attività di Vivendi a far cambiare il punto di vista dei due consiglieri indipendenti (Lucia Calvosa e Francesca Cornelli) che avevano votato contro la joint venture.Sul giudizio negativo infatti aveva sopratutto pesato la manovra fatta dai francesi per chiudere il contenzioso tra Vivendi e Mediaset, facendo pagare il conto a Telecom.
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