La nuova Mediobanca, post salotti buoni, voluta dall'amministratore delegato Alberto Nagel è cosa fatta. I grandi soci del patto di sindacato hanno definitivamente cancellato la storica tripartizione in gruppi (banche, industrie, esteri) dell'accordo parasociale che blinda il 31% del capitale. Nessun grande azionista ha chiesto di uscire. Il gioco di pesi e contrappesi in Mediobanca è quindi ora più «semplice» e, in base a una logica proporzionale (le azioni non si «pesano» ma si «contano») Unicredit (primo socio con l'8,6%) avrà il potere di «designare» uno dei due vicepresidenti (da capire chi sarà l'erede di Dieter Rampl). L'altro vicepresidente (ora è Marco Tronchetti Provera per Pirelli) sarà, invece, «proposto» da Vincent Bollorè che ha ufficializzato di aver aumentato ancora la propria quota in Piazzetta Cuccia portandola al 7% (ha facoltà di arrivare all'8 per cento). Dal momento che il patto delibera con la maggioranza dei due terzi, il finanziere bretone, per includere il proprio prescelto nella lista per il cda, deve quindi catalizzare consensi tra gli altri consoci. Nel caso, remoto, di una mancata convergenza su un'unica lista, scatterebbe il «liberi tutti».
Il patto tornerà, ora, a riunirsi il 29 settembre per compilare la squadra del nuovo board, da sottoporre all'assemblea di bilancio del 28 ottobre. Anche il cda, che ieri ha intanto esaminato il preconsuntivo, è comunque destinato a diventare più magro: le poltrone saranno tra 15 e 18 (contro le attuali) 21. Cinque posti saranno per i top manager dell'istituto (scontata la conferma di Nagel e del presidente Renato Pagliaro), gli indipendenti dovrebbero salire a 7-8, mentre uno scranno andrà alle minoranze. Sarà poi non più il patto, ma il board, a disegnare i delicati comitati interni (come nomine e remunerazioni). Sempre in nome di una maggiore collegialità, il patto perde il suo direttivo, sostituendolo con un «comitato» incaricato di stilare le proposte da sottoporre all'assemblea dei pattisti stessi, che è l'unico organo deliberante. Nel comitato - eletto dall'assemblea - siedono almeno quattro membri tra cui il suo presidente, previsto poi un posto a testa per gli azionisti oltre il 5% (ancora una volta, quindi, Unicredit e Bollorè).
L'attuale board ha quindi raccomandato al nuovo consiglio di «avviare tempestivamente» il nuovo progetto di governance», recependo le indicazioni impartite da Banca d'Italia.
La svolta del patto segue quella iniziata 5 anni fa da Nagel con la progressiva rottamazione della natura di holding di Mediobanca, così da creare una banca d'affari con vocazione anche internazionale e controbilanciata nel retail dalla raccolta della controllata CheBanca!.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.