Il bonus dell'ad Treu fa infuriare il «Sole»: giornalisti in sciopero

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Italcementi dimezzerà la sua presenza in Italia. Il gruppo bergamasco dei Pesenti intende ridurre i propri stabilimenti italiani dagli attuali 17 a 8. È quanto hanno sottolineato il presidente Giampiero Pesenti e l'amministratore delegato, il figlio Carlo, nella lettera agli azionisti allegata ieri in assemblea alla relazione sul bilancio 2012, nella quale si specifica che Thailandia, India e Marocco (oltre agli Stati Uniti) saranno i Paesi sui quali si punterà nel futuro.
Si tratta di un annuncio-choc, soprattutto per quelli che potranno essere gli impatti occupazionali (nel nostro Paese il gruppo bergamasco conta 3.200 dipendenti, su un totale di oltre 18mila a livello mondiale). Però, a guardare i risultati economici, non si può che constatare come si tratti dell'ennesimo contraccolpo della recessione. I dati disaggregati mostrano che il fatturato consolidato di Italcementi in Italia nel 2012 è calato del 13% a 800 milioni. La relazione al bilancio inoltre rileva come «i volumi di vendita siano tornati ai livelli degli anni '60». La perdita sul Mol corrente si è raddoppiata a 25,2 milioni e il risultato operativo è stato negativo per 171,6 milioni (-142,4 milioni nel 2011). Il gruppo Italcementi nel 2012 ha perso 362,4 milioni dopo oneri non ricorrenti (impairment e imposte) per 475 milioni. L'assemblea - che ha ridotto il numero di consiglieri da 20 a 15 - ha comunque deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,06 euro sia alle ordinarie (0,12 euro nel 2011) che alle risparmio (0,18 euro).
Le cifre dell'Italia sottolineano comunque l'ineluttabilità di una ristrutturazione. «Prevediamo oltre 110 milioni di efficienze», hanno rimarcato presidente e ad nella lettera agli stakeholders. In particolare, ha spiegato Giampiero Pesenti, il «progetto 2015» prevede il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per un numero massimo di 665 dipendenti. Al termine della Cigs, se la congiuntura non migliorasse, la metà delle sospensioni temporanee sarà trasformata in strutturale, anche con il ricorso alla mobilità. L'impatto sui costi sarà di circa 40 milioni all'anno e anche la rete commerciale sarà interessata.
Le prospettive di Italcementi si incrociano con quelle di un'altra partecipata di Italmobiliare (la holding dei Pesenti), ovvero Rcs di cui la famiglia detiene il 7,4%. Nessuna indicazione chiara sulla sottoscrizione dell'aumento da 400 milioni (che comporterebbe un impegno di 29,6 milioni) è stata ancora fornita.

Ma Giampiero Pesenti, che è presidente del patto di sindacato, un po' si è sbilanciato affermando che «chi non partecipa si diluirebbe molto, rifletterò meglio su alcune cose» e che «sono colpi di fantasia» i rumor su una possibile adesione al 50% di Italmobiliare.

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