Bonus pensioni, la promessa di Renzi costa tre miliardi

"80 euro anche sulle pensioni minime". Il premier Matteo Renzi adesso fa le sue promesse in vista delle amministrative e prova a sedurre i pensionati con promesse che probabilmente non riuscirà a mantenere

Bonus pensioni, la promessa di Renzi costa tre miliardi

"80 euro anche sulle pensioni minime". Il premier Matteo Renzi adesso fa le sue promesse in vista delle amministrative e prova a sedurre i pensionati con promesse che probabilmente non riuscirà a mantenere. Ma dando credito alle sue parole i pensionati cominciano a farsi i calcoli chiedendo aiuto anche a qualche commercialista per capire chi davvero potrebbe ottenre il bonus. Se infatti gli 80 euro venissero dati a tutti i pensionati che hanno un reddito pensionistico non superiore al minimo, la platea scenderebbe a 2,3 milioni di anziani (questo perché una parte dei pensionati al minimo beneficia anche di altre prestazioni, come per esempio la reversibilità).

In questo caso, quindi, la maggior spesa annuale scenderebbe a 2,3 miliardi di euro l’anno. La cosiddetta pensione minima viene riconosciuta al pensionato il cui reddito da pensione, sulla base del calcolo dei contributi versati, risulti inferiore ad un livello fissato ogni anno per legge, considerato il "minimo vitale" di sopravvivenza. Il calcolo cambia a seconda che la persona sia singola oppure sposata. Per il 2016 è 501,89 euro al mese. Nelle intenzioni del governo ciò che sembra evidente è che difficilmente sarà toccato il limite di legge, portandolo dai quasi 502 euro di oggi a 582 euro. Alberto Brambilla, direttore di Itinerari previdenziali, ex consigliere di amministrazione dell’Inps e sottosegretario al Lavoro nel governo Berlusconi 2001-2005, spiega a Repubblica le sue perplessità: "Il messaggio che si dà è pericoloso.

Perché sforzarmi di versare contributi, anziché lavorare in nero, se poi mi viene assicurata comunque una minima da quasi 600 euro? Un livello questo assai vicino alle pensioni a calcolo, oggi attorno ai 650-700 euro, cioè quelle pensioni basse perché frutto di una vita contributiva intermittente. La differenza è che in questo caso il lavoratore precario ha pagato tasse e contributi per tutta una vita, il pensionato minimo no".

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