Pierluigi BonoraPuntuale ecco riaffiorare l'ipotesi di un matrimonio tra Fca e Psa Peugeot Citroën. Nelle sale operative voci in proposito erano emerse già qualche settimana fa. E ora, sull'onda dei riscontri positivi della cura avviata dall'ad di Psa, Carlos Tavares, gli analisti hanno ripreso in mano il dossier che, a questo punto, sarà uno dei temi clou dell'imminente Salone dell'auto di Ginevra. A eccitare il mercato è stata la frase pronunciata da Tavares, secondo cui il gruppo «se ci sarà un'opportunità strategica è aperto a discussioni con altri costruttori». Nulla di nuovo, visto che il ritornello fa parte delle risposte standard dei big del settore, Sergio Marchionne, ad di Fca, incluso. Ma gli analisti ci credono, anche per il fatto che lo Stato francese, azionista con il 14% di Psa, sembrerebbe disposto a levare il disturbo, visto che la tabella di marcia del piano di riassetto della società viaggia in anticipo sui tempi previsti.Psa, di fatto, ha chiuso il 2015 con ricavi per 56,3 miliardi (+5,3%), 2,7 miliardi di utile operativo (triplicato), un risultato netto di 1,2 miliardi contro il rosso precedente e un margine della divisione auto che, in anticipo di tre anni, ha toccato quota 5% (il piano stimava un 2%).Psa e Fca, comunque, anche se alcune sinergie funzionerebbero (in Cina, soprattutto - azionista forte con il 14% è Dongfeng - dove i risultati delle vendite dei francesi sono buoni; mentre Fca spalancherebbe ai «cugini» le porte del mercato Usa), avrebbero alcuni nodi da sciogliere. È vero che Psa ha generato una montagna di cassa (3,8 miliardi), a fronte però di investimenti ridotti (2,7 rispetto ai 9 miliardi di Fca). E poi c'è l'aspetto capitalizzazione: 11 miliardi circa i francesi, 7,4 circa Fca il cui titolo (ieri +4,17%) ha sofferto parecchio in questi mesi. Accetterebbero gli azionisti di Fca, molto più grande di Psa (4,8 milioni di auto vendute nel 2015 contro 2,97 milioni di Parigi) di avere un ruolo secondario? Ci sono poi le sovrapposizioni che, in caso di nozze, ci possono stare, ma i problemi riguardano gli impianti «fotocopia». I francesi hanno chiuso nella precedente gestione, era il 2013, la fabbrica di Aulnay e ridotto il personale tra prepensionamenti e bonus; Fca ha già sacrificato Termini Imerese (2011) e ora sta rilanciando i siti italiani in funzione dei nuovi progetti. Difficile e molto complicato un ripensamento. Per ora, dunque, solo ipotesi e suggestioni. In futuro si vedrà. Un ex di Fca, intanto, Massimo Roserba, è il nuovo capo di Psa Italia, al posto di Olivier Mornet, nominato direttore generale della joint venture Changan Psa, in Cina.
Marchionne, infine, come presidente di Ferrari, ha inviato una lettera agli azionisti, per rassicurarli sul loro investimento (ieri +0,7% le azioni a Milano, ma ancora lontane dai 43 euro del 4 gennaio): «I mercati possono avere i loro alti e bassi - scrive Marchionne - ma Ferrari è in grado di far fronte alle tempeste. Non abbiamo dubbi sulla solidità e sul potenziale di Ferrari, e sul fatto che essere un azionista porterà grandi ricompense».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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