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La Borsa guarda alla Cdp. E scommette su Tim: +3,1%

Piace la maggiore componente cash rispetto a Kkr. Ma gli analisti prevedono una offerta a tre

La Borsa guarda alla Cdp. E scommette su Tim: +3,1%

Piazza Affari brinda all'offerta di Cdp Equity-Macquarie per la rete Tim (Netco). E dopo quella avanzata due settimane fa dal fondo americano Kkr attende che la contesa si risolva, ipotizzando l'arrivo di una terza proposta.

Il titolo del gruppo guidato dall'ad Pietro Labriola ha aperto la prima seduta della settimana spinta da forti acquisti per poi chiudere in progresso del 3,14% a 0,32 euro. Un fermento motivato alla luce delle previsioni sull'epilogo del riassetto della rete. La proposta avanzata domenica da Cdp per rilevare la rete secondo gli analisti di Equita «consente a Tim maggiore potere negoziale». E questo anche se l'offerta della Cassa sarebbe nell'immediato meno consistente di 2 miliardi rispetto a quella americana. A influire positivamente potrebbero essere altre condizioni come la maggiore liquidità per abbattere il debito, un piano per riassorbire gli esuberi in Servco (divisione servizi) e, soprattutto, la promessa di mantenere il controllo della futura rete unica nelle mani dello Stato. Tim ha tempo fino a fine mese per prendere una decisione, ma l'epilogo non è affatto scontato, e il 15 marzo è previsto un passaggio intermedio in un cda che potrebbe già essere risolutivo.

L'offerta deve superare vari stadi: l'ok dal cda di Telecom Italia, ma anche quello delle autorità di regolamentazione dei mercati in Europa.

Il primo step è il più sfidante alla luce delle reticenze da parte del primo azionista Vivendi (23%) che già in passato aveva rispedito al mittente offerte non ritenute congrue. I francesi hanno chiesto tra 25 e 30 miliardi ma su questi valori non si è posizionata nessuna delle due cordate in campo.

A questo punto cosa attendersi? Secondo gli analisti di Bestinver è molto probabile «che si arrivi a una terza offerta congiunta da parte dei tre protagonisti Cdp-Macquarie-Kkr» che possa essere migliorativa sul fronte del prezzo e avvicinarsi ai 25 miliardi chiesti da Vivendi; bypassare la golden power che potrebbe esercitare il governo se Kkr volesse ballare da sola. Il tutto spianando la strada al progetto rete unica che vede i tre attori della contesa futuri soci naturali: l'idea allo studio da mesi è quella di integrare la rete Tim con Open Fiber e con Fibercop (di cui Kkr ha il 37,5%). Sul tavolo resta comunque il nodo Antitrust: visto che Cassa e Macquarie sono anche soci (rispettivamente col 60 e il 40%) di Open Fiber, concorrente di Tim nella rete.

Su questo verrà aperto un dialogo con la Commissione Ue e nel caso si procederà per esempio alla cessione delle aree in sovrapposizione.

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