Referendum Costituzionale

La Borsa tiene dopo il ko di Renzi: ​la crisi di governo non fa paura

All'indomani delle dimissioni di Renzi, l'Ue assicura: "L'Italia è un paese solido". Piazza Affari tiene bene e chiude a -0,21%. Male solo il comparto bancario e Fca

La Borsa tiene dopo il ko di Renzi: ​la crisi di governo non fa paura

Le Borse europee snobbano la vittoria del No al referendum costituzionale e le dimissioni di Matteo Renzi. In una giornata di alti e bassi, che però non contempla né gli scossoni né i drammatici ribassi paventati nei giorni scorsi, gli investitori guardano con attenzione alla capacità dell'Italia di reagire alla crisi politica e si aspettano una tabella di marcia post-voto veloce. Anche Piazza Affari tiene botta con l'indice Ftse Mib che riesce a contenere il calo e addirittura, in più riprese, a stornare in positivo, fino a chiudere a -0,21%. Niente Armageddon finanziario, dunque.

"L'Italia è un paese solido, con dell'istituzioni solide". Intervistato dall'emittente televisiva France 2, il Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ridimensiona i toni apocalittici usati nei giorni prima del referendum costituzionale e rinuncia a fare il solito terrorismo psicologico a cui ci aveva abituato nelle passate settimane. "Il paese - ha osservato Moscovici - è estremamente stabile ed è una grande economia". Ora si tratterà solo di assestarsi. Dopo aver aperto la crisi di governo con il passaggio di Matteo Renzi al Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sonderà il terreno con tutte le forze politiche per capire se formare un nuovo governo oppure indire elezioni anticipate. Questa mattina il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, atteso a Bruxelles per le riunioni dell'Eurogruppo oggi e dell'Ecofin domani, ha annullato la sua partecipazione agli incontri. Il suo nome, insieme a quello del presidente del Senato Piero Grasso, è infatti tra i papabili futuri premier.

Qualche scossa sui mercati viene registrata in avvio di seduta, ma presto riassorbita. La Borsa di Milano, a circa mezz'ora dall'inizio della seduta, è passata in positivo, azzerando totalmente il calo registrato in apertura. Poi è tornata prossima al segno negativo. A pesare sui listini sono soprattutti i bancari che comunque riducono i propri passivi. "Dopo la Brexit, sono stati necessari tre giorni per scrollarsi di dosso la tensione, con Trump ci sono volute tre ore, con l'Italia tre minuti", ha detto Guillermo Hernandez Sampere, capo del trading della tedesca MPPM EK. Il differenziale tra i Btp decennali e i Bund tedeschi sale a 172 punti, dopo che lo scorso venerì aveva chiuso a 161 punti base. Il dato è sicuramente in crescita ma resta comunque sotto i massimi fatti segnare nelle scorse settimane. "La Bce non sta intervevendo sul mercato dei titoli di Stato - spiegano gli esperti - ma lo scudo preannunciato da Francoforte in caso di volatilità sta comunque facendo da deterrente".

Come già quando Donald Trump si è impossessato delle chiavi della Casa Bianca, i mercati sono rimasti in piedi. Niente onda alta di panic selling, insomma. Vengono così smentite le Cassandre che paventavano una bufera finanziaria sull'Italia. Più in generale, la tenuta delle Borse viene interpretata dagli analisti come uno step di esperienza accumulato dopo la vittoria del "Leave" al referendum inglese. Anche secondo Standard&Poor's l'esito del referendum non avrà impatti sul rating sovrano italiano. E persino il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble si lascia andare all'ottimismo: "Dovremmo essere rilassati...

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