Il peggior inizio d'anno della storia. Il 2016, ha già conquistato un primato negativo in termini di calo dei mercati finanziari. Il FtseMib ha perso il 22% e il 33% circa dai massimi di aprile; segue il Giappone (-16%). L'EuroStoxx 50 è sceso del 14%, l'Hang Seng cinese del 12%. Meglio è andata allo S&P500, l'indice dei maggiori 500 titoli americani in calo dell'11%.Sui listini internazionali il crollo è stato così forte e repentino, che ha preso alla sprovvista investitori e risparmiatori. Dai numeri, appare chiaro come la diversificazione premi anche in questo caso: chi ha scelto la Borsa italiana rispetto a un investimento internazionale, ha dovuto mettere in conto una perdita quasi doppia rispetto al resto del mercato. Ma anche chi ha diversificato al massimo è preda della paura e del dubbio: uscire oggi e cercare di rientrare a prezzi più bassi? Uscire e restare liquidi (consolidando una perdita difficile da recuperare) o aspettare che tutto passi?Franklin Templeton Investiment ci soccorre con una ricerca sul costo delle entrate e uscite dai mercati. Il calcolo è effettuato valutando un investimento sullo S&P500 nei 20 anni dal 1995 al 2015. Ebbene chi non è mai uscito dall'investimento sopportando anche i cali consistenti che ci sono stati in questi anni, ha guadagnato l'8,19% annuo. Chi invece avesse perso solo i migliori 10 giorni di rialzo borsistico avrebbe un rendimento dimezzato al 4,50%. Perdendo i migliori 20 giorni si passerebbe al 2,06%. Mancando i migliori 30 giorni il rendimento sarebbe negativo -0,04%, mentre scenderebbe al -1,97% perdendo i migliori 40 giorni.
Ricordiamo che in 20 anni ci sono circa 7.300 giorni: chi è capace di indovinare quelli giusti? Di questo si parlerà domenica nel corso della trasmissione Mercati Che Fare in onda alle 14.00 su TgCom24.Leopoldo.Gasbarro@me.com- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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