Economia

Borse europee a rilento. Nodo banche e consumi

Lo Stoxx 600 resta sotto i livelli pre-Covid. Ok energia e viaggi. Ma attenzione alla volatilità

Borse europee a rilento. Nodo banche e consumi

Per gli investitori grandi e piccoli potrebbe suonare presto l'ora di puntare sulle imprese europee. Sia perché le Borse del vecchio Continente hanno corso meno rispetto a Wall Street: complice la corsa della tecnologia (il Nasdaq ha fatto +37%) dal massimo di Borsa pre-Covid del febbraio 2020 a oggi l'indice S&P 500 americano, non solo ha recuperato le perdite ma è in progresso del 18,7%, mentre lo Stoxx 600 europeo resta in rosso (-0,4%). Sia perché la ripresa della normalità post Covid è in ritardo nell'euro zona rispetto a quanto non sta accade negli Usa o nel Regno Unito. E quindi chi si posiziona oggi sul fronte azionario europeo con le dovute cautele e diversificando tramite i fondi, si prepara a cavalcare una ripresa che, piano vaccinale permettendo, inizia a intravedersi.

Tanto che, anche secondo Gam Investments, le azioni europee a sconto possono rappresentare un'opportunità. Questo perché il business dei settori europei legati all'export manda segnali di miglioramento: meccanica, elettrotecnica, difesa, componentistica, farmaceutica; a cui si aggiunge l'industria dell'auto tedesca.

C'è inoltre la scommessa di quale sarà l'effetto a cascata sui consumi dei maxi-aiuti erogati dagli Stati. Finora la domanda è stata soddisfatta dall'e-commerce ma gli esperti prevedono, post piano vaccinale, picchi significativi in diversi settori «ciclici». Senza contare che l'«effetto riaperture» dovrebbe aiutare i titoli del settore viaggi, del tempo libero e dei trasporti.

Un capitolo a parte è poi quello delle banche. A differenza dalle grande crisi del 2008-2009, gli istituti di credito hanno affrontato il Covid mantenendo una solida situazione patrimoniale e macinando, sovente, utili sostanziosi. Al momento, causa i limiti posti dalla Bce, le banche possono distribuire dividendi ridotti ma in autunno la situazione potrebbe mutare. Inoltre, come sottolinea anche BlueBay Am, questo promette di essere l'anno delle fusioni bancarie europee: la stagione è già iniziata in Francia e in Italia (con l'Opa di Crédit Agricole Italia sul Creval) e potrebbe proseguire per esempio con Monte Paschi o Carige.

Certo anche in Piazza Affari, proprio in vista della ripresa e sulla scia dei maxi-aiuti all'economia reale, si è già assistito a una marcata «rotazione» degli acquisti degli istituzionali dai settori più legati alla pandemia (come tecnologia, healthcare e beni di consumo di prima necessità) a quelli appunto più «ciclici», come industriali, auto, materiali di base, petroliferi e bancari. Esistono, tuttavia, ancora diverse opportunità da cogliere legate al ritorno alla vita normale: in particolare i settori finanziario, dell'energia o alcuni titoli esposti ai servizi di consumo. Per questi settori gli esperti stimano margini di potenziale crescita a 12 mesi compresi tra il +10% e il +15%; quindi superiori a quella che potrebbe invece essere la perdita accusata in caso di scenario negativo: tra il -5% e il -10%.

La probabile volatilità che continuerà ad agitare i listini internazionali per i possibili ritardi sul piano vaccinale - soprattutto visti gli accresciuti dubbi circa le indicazioni su Astrazeneca - e le diversa velocità con cui i Paesi europei procederanno con le riaperture, consigliano però molta prudenza.

E di frazionare gli investimenti in più tranche mensili, così da mediare il prezzo di acquisto e quindi anche il rischio del proprio portafoglio.

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