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Bot al minimo storico La Bce fa volare l'euro

Ancora giù, i tassi sui titoli di Stato italiani. Il Tesoro ha infatti collocato ieri tutti i 7 miliardi di euro dei nuovi Bot a 1 anno con il rendimento al minimo storico dello 0,592% dallo 0,676% dell'asta di febbraio. Da un lato, si conferma insomma l'attrattiva che i bond tricolori esercitano nonostante lo schiacciamento dei tassi non compensi neanche l'inflazione; dall'altro, i minori interessi pagati sul debito in occasione delle aste tenute dall'inizio dell'anno fanno ben sperare nella possibilità di poter chiudere il 2014 con una media dei rendimenti inferiore al 2,08% del 2013. Alcune stime ritengono verosimile un risparmio complessivo superiore ai 4,5 miliardi. Un ulteriore calo degli interessi è inoltre previsto anche per i Btp che saranno offerti, oggi, per un massimo di 7,75 miliardi, con ben quattro scadenze diverse (tre, dieci, 15 e 30 anni). La flessione più attesa è quella dei triennali, che dopo aver già segnato un nuovo minimo in febbraio (1,43%) potrebbero scendere all'1,20%. «L'Italia, come la Spagna - dice un operatore - è il Paese che sta registrando le migliori performance sul secondario da diverse settimane. I rendimenti sono su livelli storicamente bassi e non sembrano esserci margini per ulteriori significativi ribassi. Si consideri che un anno fa un rendimento dell'1,20% si registrava su una scadenza annuale. Oggi, invece, lo stesso rendimento lo fa segnare un titolo a 3 anni».
Qualche preoccupazione proviene invece dall'euro, salito ieri fino a 1,3911 dollari, sui massimi dall'ottobre del 2011. Un movimento rialzista, che rischia di ostacolare la già fiacca ripresa (in gennaio la produzione industriale è calata dello 0,2%) e alimentare i venti di deflazione, da mettere in relazione con l'immobilismo della Bce. Oggi l'Eurotower pubblicherà il suo bollettino mensile e in serata sarà il presidente Mario Draghi ad avere l'opportunità di dire la sua, ad un convegno a Vienna.

Il board dell'istituto sembra comunque sempre più spaccato: ieri il belga-tedesco Peter Praet ha difeso le decisioni della scorsa settimana, mentre Luis Maria Linde, governatore della Banca di Spagna, ha avvertito che ulteriori rafforzamenti della valuta unica potrebbero spingere a mosse espansive.

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