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La botta della sugar tax: cosa cambia al supermercato

Il governo è pronto a fare cassa. La sugar tax e la plastic tax rischiano di far licenziare circa 80mila lavoratori. Un problema enorme in questa fase di crisi

La botta della sugar tax: cosa cambia al supermercato

Lo Stato è pronto a battere cassa. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è stato chiaro quando ha dichiarato: "Per quanto riguarda il rapporto tra debito e prodotto interno lordo, la previsione è di tornare a livelli pre Covid alla fine del decennio". Facendo due conti, ciò significa che il governo ha in programma di scendere in dieci anni dal 158 al 130%. E lo farà, con tutta probabilità, aumentando le tasse. Occhi puntati, quindi, su sugar e plastic tax.

L’imposta sul consumo di bevande zuccherate risulta essere già applicata in altri Stati dell’Unione europea con la finalità principale di limitare, attraverso la penalizzazione fiscale, il consumo di bevande che hanno un elevato contenuto di sostanze edulcoranti aggiunte. La tassa è pari a 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti. E 0,25 euro per chilogrammo nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. Sono esenti dall’imposta le bevande edulcorate il cui contenuto complessivo di edulcoranti, sia inferiore o uguale, rispettivamente, a 25 grammi per litro nel caso di prodotti finiti e a 125 grammi per chilogrammo, nel caso di prodotti da diluire.

Questa imposta diventa esigibile all’atto della cessione di bevande da parte del fabbricante nazionale o, se diverso da quest’ultimo, del soggetto nazionale che provvede al condizionamento, a consumatori nel territorio dello Stato ovvero a ditte nazionali esercenti il commercio che ne effettuano la rivendita.

Sono obbligati al pagamento rispettivamente il fabbricante nazionale, o il soggetto nazionale che provvede al condizionamento. L’acquirente, o l’importatore. In sostanza, verrà pagata da consumatori e produttori. Come tutte le tasse, quella della sugar tax, è un dito nell’occhio per chi già fatica in questo periodo di forte crisi economica. "Introdurre nuove imposte come la sugar tax, che si aggiunge alla plastic tax, significa mettere a rischio l’occupazione degli 80mila lavoratori diretti e indiretti della filiera, con aumenti dei prezzi che si ripercuoteranno con maggior forza su bar e ristoranti prima e poi sui consumatori", dichiara a La Verità il presidente di Assobibe (l’associazione che rappresenta i produttori di bevande analcoliche), Giangiacomo Pierini.

Il problema è che la sugar tax, pur chiamandosi tassa sullo zucchero, colpisce tutte le bibite dolci, obbligando il mondo delle bevande gassate a dover alzare i prezzi. Questa norma, tra l’altro, era stata pensata in un momento ben diverso da quello attuale. Il settore delle bevande gassate i questi mesi ha dovuto dire addio a tutto il fatturato dei consumi fuori casa.

E introdurre questa regola, ora, vuole dire spingere le società produttrici a lasciare a casa migliaia di dipendenti.

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