Ci sono ancora da limare i particolari, ma torna il sereno nel clima sul Canale di Panama e sui lavori per il suo ampliamento: l'Autorità di gestione dell'opera ha annunciato un accordo preliminare sugli extracosti da 1,6 miliardi di dollari con il consorzio di imprese guidato da Sacyr e partecipato al 38% dall'italiana Salini Impregilo. Ma per arrivare alla firma servono giorni, con Zurich - il principale assicuratore dell'opera - che mantiene un ruolo centrale nella vicenda e con i cantieri da oltre 10mila persone che ripartiranno a pieno ritmo solo dopo la firma definitiva.
Si va comunque verso quello che gli addetti ai lavori avevano previsto: le parti erano costrette a un'intesa, a partire dalle enormi paratie per le nuove chiuseche, in base a un vecchio subappalto Impregilo, si trovano ancora in Italia. Le imprese comunque stanno «vincendo»: l'Acp sta infatti accettando di partecipare al 50% agli extracosti in attesa che nei prossimi mesi sulla vicenda si esprima l'arbitrato internazionale di Miami, procedura che rimarrà attiva anche dopo l'accordo definitivo, nel quale Zurich rinuncerebbe a un «perfomance bond» da 400 milioni per ottenere così, anche attraverso altre tranche minori, il rifinanziamento di lavori per i quali i fondi erano terminati.
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