Nanchino Brembo inaugura il nuovo polo produttivo a Nanchino, in Cina, e il presidente Alberto Bombassei (nella foto) scopre le carte sui piani futuri della multinazionale: costituire un grande gruppo «a costo di sacrificare il controllo assoluto (ora al 53%) della società, senza però rinunciare al controllo gestionale». Sul tavolo di Bombassei e del vicepresidente esecutivo Matteo Tiraboschi tempo fa era all'esame anche il dossier Magneti Marelli, che Fca ha poi ceduto per 6,2 miliardi ai giapponesi di Calsonic Kalsei. «Ma la valutazione data a Magneti Marelli - spiega Bombassei - era eccessiva rispetto al valore reale. Il Lingotto è stato poi bravo a venderla bene». Brembo, dunque, è pronta a fare aggregazioni e acquisizioni.
«Cerchiamo una compatibilità con il nostro Dna di crescita», precisa il presidente. L'azienda bergamasca guarderebbe, a questo punto, all'evoluzione del mercato automotive impegnato in importanti sfide tecnologiche.
La Borsa ha accolto bene l'accelerazione di Brembo verso un'alleanza: le azioni, ieri, hanno chiuso con un +7,2% a 11,10 euro. Il gruppo, leader nei sistemi frenanti, nel momento in cui l'economia italiana arranca, investe nella crescita e si prepara a indossare una taglia più grossa.
Per l'impianto di Nanchino, nella provincia di Jangsu (qui Iveco sforna il veicolo commerciale Daily), Brembo ha destinato 100 milioni.La fabbrica, che affianca il sito che realizza dischi freno, produrrà pinze in alluminio. «Entro 5 anni la Cina sarà il nostro primo mercato», la previsione di Bombassei.
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