Bruxelles accusa Gazprom Gonfia i prezzi del gas e chiude i rubinetti all'Est

Prezzi gonfiati, operatori scelti per convenienza e rubinetti chiusi ad arte: questi i sospetti dell'Antitrust di Bruxelles su Gazprom, che ha probabilmente manipolato la concorrenza sul mercato del gas in otto Paesi dell'Est europeo, dalla Polonia alla Bulgaria. Un anno dopo aver avviato le indagini con una raffica di ispezioni a sorpresa compiute nel settembre 2011, l'Autorità ha formalizzato l'apertura di una procedura prioritaria sul probabile abuso di posizione dominante da parte del gigante russo di produzione e distribuzione del gas.
Secondo quanto reso noto dai servizi del commissario per la Concorrenza, Joaquim Almunia, Bruxelles investiga su tre «pratiche sospette» di Gazprom che potrebbe «aver diviso i mercati del gas» ostacolandone il libero flusso tra gli Stati membri della Ue, impedito «la diversificazione delle forniture» e, infine, aver «imposto prezzi scorretti» ai consumatori legando le tariffe del gas a quelle del petrolio.
I Paesi in cui la Commissione sospetta che Gazprom abbia manipolato i mercati sono Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria e Bulgaria.
L'inchiesta è cominciata lo scorso anno, quando la Commissione Ue ha avuto il sospetto che Gazprom aggirasse le regole della concorrenza tanto con atti unilaterali quanto attraverso accordi con le compagnie nazionali.


Già nel 2007, però, l'Antitrust europeo, guidato all'epoca dall'olandese Neelie Kroes, aveva presentato una relazione in cui denunciava che consumatori e imprese pagano le spese di «mercati del gas inefficienti e costosi a causa degli alti livelli di concentrazione del mercato, ma anche della possibile collusione tra operatori storici per la ripartizione dei mercati».

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