Bruxelles stanga Google: Multa da 4,3 miliardi per il sistema Android

Ha abusato della posizione dominante. Ora ha 90 giorni per mettersi in regola. Il gruppo fa ricorso

Bruxelles stanga Google: Multa da 4,3 miliardi  per il sistema Android

Supermulta dell'Antitrust Ue a Google. La società di Mountain View, che era riuscito a schivare le accuse di Bruxelles per abuso di posizione dominante sui motori di ricerca, dovrà pagare 4,3 miliardi di euro per aver imposto ai produttori di smartphone il suo sistema operativo Android. La sanzione ammonta a quasi il doppio di quella, già rilevante, che la Ue inflisse a Google lo scorso anno: 2,4 miliardi per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor. Multa che però è sotto ricorso e dunque non ancora pagata.

Si tratta di una sanzione record per gli uffici antitrust europei che porterebbe alla bancarotta moltissime aziende. Ma non Google, che non 2017 ha totalizzato 12 miliardi di dollari di profitti e 110,9 miliardi di dollari di fatturato, ossia 94,7 miliardi di euro.

Il motivo della multa l'Ue l'ha spiegato chiaramente. È infatti dal 2011 che Google impone ai produttori di dispositivi Android e agli operatori di reti mobili «restrizioni illegali per consolidare la propria posizione dominante nel comparto delle ricerche generiche su Internet». Google ora deve cambiare la propria «condotta illegittima» entro 90 giorni, altrimenti rischia un'altra multa che potrebbe arrivare fino al 5% del giro d'affari mondiale medio giornaliero di Alphabet, la società madre del noto motore di ricerca.

«Con tre tipi di restrizioni sul sistema operativo Android - ha detto la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager - Google ha negato ai concorrenti la possibilità di innovare e di competere in base ai propri meriti e ha anche negato ai consumatori europei i vantaggi di una concorrenza effettiva nell'importante comparto dei dispositivi mobili. Si tratta dunque di una condotta illegale».

I soldi delle multe Antitrust, chiarisce la commissaria, vengono distribuiti tra i vari Paesi membri Ue, «ma solo una volta che la decisione è confermata da tutti i gradi di giudizio». Google, ovviamente, ricorrerà in appello anche questa volta e dunque il momento reale del pagamento si allontana. Anche se alla fine, come già accadde a Microsoft, le sanzioni inflitte vennero pagate, pur con un po' di sconto.

Tornando ai fatti in questione, Google, ha spiegato Bruxelles, ha imposto ai produttori di preinstallare l'applicazione Google Search e la sua applicazione di browsing (Chrome) come condizione per la concessione della licenza relativa al Play Store. Inoltree ha impedito ai produttori che desideravano preinstallare le applicazioni di vendere anche un solo dispositivo mobile con versioni di Android non approvate da Mointain View.

«Finora, il modello di business di Android è stato progettato in modo da non dover far pagare per la nostra tecnologia - ha detto l'ad di Google Sundar Pichai, ricordando la dura concorrenza con iOS di Apple -. Siamo preoccupati perchè questo è un segnale a favore di sistemi proprietari rispetto a piattaforme aperte come la nostra».

Il colosso di Mountain View ora sta dunque meditando di far pagare Android ai produttori di smartphone.

Per la cronaca le più grandi cinque multe di sempre dell'Antitrust Ue coinvolgono tutte società hi tech. Oltre a Google ci sono Intel, Qualcomm e, naturalmente, Microsoft.

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