Economia

Bufera per le parole di Borghi: ​Mps sospeso e poi riammesso

L'uscita dell'economista leghista: "La banca non si vende, cambieremo la governance". Dopo il crollo di ieri (-8,8%), il titolo è ancora in affanno

Bufera per le parole di Borghi: ​Mps sospeso e poi riammesso

Un ulteriore calo per il titolo del Monte dei Paschi di Siena, reduce dal crollo di quasi il 9% della vigilia. In apertura di mercati il titolo di Rocca Salimbeni non riesce nemmeno a fare prezzo e nel corso della mattinata arriva addirittura a perdere più del 4%. A scatenare le vendite sono state le parole del leghista Claudio Borghi sulle intenzioni del futuro governo che vorrebbe il mantenimento del controllo statale, un cambio di governance e lo stop al piano di chiusura delle filiali. "Lo Stato azionista - si legge nel contratto sottoscritto da Movimento 5 Stelle e Lega - deve provvedere alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell'istituto di credito in un'ottica di servizio".

"L'intento abbastanza condiviso da tutte e due le forze è che la banca deve essere ripensata in un'ottica di servizio - ha dichiarato ieri Borghi - in buona sostanza bisogna abbandonare l'idea di farci profitti vendendola a chissà chi ma mantenendola come patrimonio del Paese". L'economista della Lega ha partecipato alla stesura della bozza del contratto di governo contribuendo a scrivere la parte che riguarda il cambio di missione dell'istituto bancario senese. Per Borghi è anche "abbastanza probabile" il ricambio dei vertici di Mps, ora guidata dall'amministratore delegato Marco Morelli e dalla presidente Stefania Bariatti. Le parole di Borghi sono state poi commentate duramente dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che le ha definite "gravi" per aver provocato "una crisi di fiducia". "Così si mette a repentaglio l'investimento effettuato con risorse pubbliche", ha scandito ricordando che "la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare".

La bozza del Documento di programma rivisto e corretto ieri da Di Maio e Salvini non affronta solo il capitolo Mps, ma interviene più in generale sul capitolo "tutela del risparmio" ampliandolo rispetto alla bozza arrivata dal tavolo tecnico. "Il sistema del bail in bancario - esordisce il capitolo sul sistema creditizio - ha provocato la destabilizzazione del credito in Italia con conseguenze negative per le famiglie che si sono viste espropriare i propri risparmi che supponevano essere investiti in attività sicure". E propone di "rivedere radicalmente tali disposizioni in modo tale da assicurare secondo quanto afferma la Costituzione la tutela del risparmio degli italiani". Per il nuovo governo è necessario "responsabilizzare maggiormente sia il management che le autorità̀ di controllo in quanto primi responsabili di eventuali dissesti, anche attraverso l'inasprimento delle pene esistenti per fallimenti dolosi".

Per far fronte al risarcimento dei risparmiatori "espropriati" il contratto prevede anche l'utilizzo effettivo di risorse, come da legge vigente, provenienti da assicurazione e polizze dormienti. "La platea dei risparmiatori che hanno diritto a un risarcimento, anche parziale - prosegue il documento - deve essere allargata anche ai piccoli azionisti delle banche oggetto di risoluzione". Per leghisti e grillini occorre, poi, ridiscutere "i parametri dei protocolli di rating di Basilea che ad oggi creano grave pregiudizio alla sopravvivenza e allo sviluppo del tessuto della micro impresa italiana".

"Sempre a tutela del risparmio e del credito - conclude - bisogna andare verso un sistema in cui la banca di credito al pubblico e la banca d'investimento siano nettamente separate sia per quanto riguarda la loro tipologia di attività̀ sia per quanto riguarda i livelli di sorveglianza".

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