Economia

Burocrazia e paletti: gli aiuti alle imprese sono un miraggio

La maggior parte degli aiuti annunciati in pompa magna dal governo è stata stritolata dalla burocrazia. Il tempo scorre e le imprese hanno fame di liquidità

Burocrazia e paletti: gli aiuti alle imprese sono un miraggio

Il governo aveva parlato di una ''potenza di fuoco'' dal valore di 400 miliardi da destinare alle imprese con prestiti garantiti dallo Stato. Il problema è che la quasi totalità dei sussidi annunciati in pompa magna dall'esecutivo è rimasta stritolata dalla burocrazia. E a rimetterci, come al solito, sono cittadini e imprenditori, in ginocchio di fronte al disastro economico provocato dal Covid-19.

Un meccanismo infernale

Buona parte dei denari promessi a fine marzo non sono ancora arrivati a destinazione. Come sottolinea Il Fatto Quotidiano, oltre ai nodi burocratici non considerati dal governo, c'è da mettere in conto anche l'atteggiamento di molti istituti bancari, tra paletti e controlli aggiuntivi imposti a un meccanismo che già faceva acqua da tutte le parti.

Intanto il tempo scorre e le aziende hanno fame di liquidità. Lo scorso 21 aprile, quando è partita l'operazione dei famosi prestiti garantiti da 25mila euro, era stato detto che i soldi sarebbero stati accreditati entro il 24 aprile. Siamo arrivati a maggio e la situazione inizia a farsi preoccupante. Oltre ai ritardi c'è da considerare l'enorme quantità di documenti che alcune filiali richiedono per sbloccare i prestiti.

Insomma, il meccanismo è infernale e lo scenario indecifrabile. Basti pensare che dal 17 al 29 marzo il Fondo garanzia per le Pmi ha ricevuto 37.463 domande su una platea potenziale stimata dall'Ufficio parlamentare di bilancio di 4,4 milioni di beneficiari che sono ''a rischio di un peso del debito insostenibile nel medio termine''.

Crisi di liquidità

Mentre anche da Bruxelles iniziano a ripetere ai governi di fare di più per evitare una possibile ''frammentazione dell'Eurozona'' (parole di Christine Lagarde, presidente della Bce), più di un imprenditore italiano si interroga sulla reale efficacia degli strumenti proposti dal governo giallorosso.

Sulle colonne del Sole 24 Ore Gianni Lettieri, presidente di Atitech, la più grande impresa indipendente di manutenzione aeronautica d'Europa, ritiene che l'esecutivo ''stia perdendo di vista il percorso della ripresa''. ''Le misure in campo non dispiegheranno effetti prima di tre mesi – ha aggiunto Lettieri –rischiamo di perdere buona parte delle imprese per mancanza di liquidità. Si avvierebbero ristrutturazioni con centinaia di migliaia di licenziamenti''.

''A distanza di un mese – ha ribadito Lettieri – nulla si è concretizzato. Basta parlare con le banche che dovrebbero essere i soggetti attuatori ma sono al palo. Ne sanno meno di noi''. Le banche fa notare ancora il presidente Atitech ''non possono sostituire lo Stato''. La possibile soluzione? ''Un sistema che sgravi le banche dalla responsabilità eliminando l’intermediazione''.

Ma intanto la liquidità tarda ad arrivare e otto istruttorie su dieci sono ferme.

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