Economia

C'è l'accordo per Whirlpool Niente esuberi e salvi i siti

Scongiurato il licenziamento di 2mila addetti. Il ministro Guidi: «Fatto l'impossibile». Adessso il voto della base

Nessuna chiusura e nessun esubero strutturale. La vertenza Whirlpool si chiude con un piano industriale rivoluzionato rispetto al primo testo che cancella la previsione di oltre 2mila licenziamenti e la chiusura dello stabilimento di Carinaro a Caserta, mentre mantiene oltre 500 milioni di investimenti in Italia, che diventerà anche il centro della ricerca del gruppo per l'Europa. In alternativa si interverrà con contratti di solidarietà e Cigs. «Lo avevamo promesso ai lavoratori Whirlpool. Nessuna chiusura, nessun licenziamento», twitta a pochi minuti dalla firma il presidente del Consiglio Matteo Renzi che sul tema si è speso in prima persona. «Il governo ha fatto tutto il possibile e anche l'impossibile, non ci potevamo augurare un risultato migliore», dice il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Sulla Whirlpool abbiamo mantenuto gli impegni.

Soddisfatti i sindacati. «A questo punto si può dire che la presenza di Whirlpool in Italia è fantastica», commenta Maurizio Landini della Fiom.

«Con il nuovo piano industriale si passa da un bollettino di guerra a un piano di rilancio», dice il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. «Un' intesa senza dubbio positiva», quella raggiunta per il segretario della Uilm, Rocco Palombella «soprattutto se si considera da dove eravamo partiti». L'intesa è comunque solo un'ipotesi di accordo che sarà votata dai lavoratori della multinazionale degli elettrodomestici il 13 e 14 luglio, dopo le assemblee informative. L'esito del voto, nonostante non manchino i mal di pancia in particolare a Carinaro, dovrebbe essere positivo. Il vero nodo fino alla fine è stato proprio quello di Carinaro, risolto dalla proposta dell'azienda di portare qui le attività di assemblaggio e spedizione degli accessori e dei ricambi, che darà lavoro a 320 persone delle 815 attuali. A colmare il gap saranno prepensionamenti, circa 200, esodi incentivati, 150 nelle stime, trasferimenti nella vicina Napoli per 100 e per 50 a Varese. Proprio l'entità degli incentivi per queste scelte volontarie è stata al centro degli ultimi giorni di trattativa.

Il meccanismo trovato è complesso ma la forbice dovrebbe andare da circa 7.500 euro per chi va in pensione e ha già i requisiti a 85mila per i dipendenti di Carinaro con meno tutele. Altro tema è stata la chiusura dello stabilimento piemontese di None, i cui circa cento lavoratori saranno infine assorbiti dall'azienda Mole.

Soddisfatta l'azienda con l'amministratore delegato Davide Castiglioni, che parla di «un grande piano come se ne vedono pochi».

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