di Marcello Zacchè
Qualche giorno fa la più grande società del mondo, la Apple, ha annunciato i suoi primi conti trimestrali in calo dopo 13 anni. È che si cominciano a vendere meno iPhone, solo 50 milioni contro i 62 del periodo precedente. I motivi sono diversi, ma tra questi c'è senz'altro la difficoltà a innovare il prodotto: difficile pensare a smartphone molto più ricchi degli attuali. Che, nel frattempo, sono prodotti e venduti a prezzi anche molto più bassi da una decina di concorrenti multinazionali. E dove stanno guardando Apple, Samsung e compagni per proporre le prossime innovazioni? Alle banche. O, meglio, alla parte più popolare del business bancario: pagamenti e trasferimenti di denaro. In un futuro non lontano (che per piccoli numeri è già iniziato) sarà lo smartphone lo strumento chiave per effettuare molte operazioni non solo tramite la connessione al sito della banca, ma direttamente.
È di fronte a cambiamenti come questi che si confrontano, già oggi, le banche italiane. Alle prese da quasi 10 anni con un fenomeno di disintermediazione che avanza a velocità straordinarie: dal 2008 a fine 2015 gli sportelli bancari sono diminuiti di 4mila unità, a quota 30mila. E se 8 anni fa le filiali italiane registravano 610mila ingressi l'anno, oggi il dato si è ridotto del 40% a 360mila. Ciononostante in Italia restano 49 sportelli ogni 100mila abitanti, contro una media europea di 36.
Per questo la banca del futuro, come «servizio di massa», sta cambiando radicalmente. Dentro a una filiale ci si recherà solo per operazioni non tradizionali: acquisti di beni e servizi, immobili, consulenze, la pensione. Tutto il resto si farà dal pc di casa e ancor di più dallo smartphone. Mentre per quanto riguarda i bancari - passati da 340 a 295mila negli ultimi 8 anni - essi svolgeranno mestieri diversi e sempre più specializzati.
Quello che le big del credito stanno già mettendo in atto - e di cui si dà almeno parzialmente conto in questo inserto del Giornale - è un modello di business bancario completamente rivoluzionato. Comprese le filiali, sempre più simili ad Alice nel Paese delle meraviglie che non agli sportelli kafkiani, e gli orari di apertura sempre più simili a quelli della grande distribuzione.
La differenza la farà, come sempre, il più bravo. Perché è impensabile restare senza la banca. Ma è sicuro che le banche saranno sempre più diverse le une dalle altre.
Fino, forse, a trovarcene una sotto casa com'è capitato agli abitanti di Colonia che, una mattina come un'altra, fuori dall'uscio hanno trovato una roulotte rossa e bianca dalla quale scendeva lui: il bancario mobile. Fedele al motto della sua Kolner Sparkasse: se tu non vai in banca, la banca viene da te. Con lo sportello a quattro ruote.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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