Camfin, al mercato piace il «convertibile»

Camfin, al mercato piace il «convertibile»

Al mercato piace il «convertibile». L'ipotesi di un bond da 150-200 milioni circa, con sottostante le azioni Pirelli fuori dal patto, ha fatto volare Camfin che ieri ha segnato un rialzo del 6,5%, a quota 0,33 euro, a fronte di un mercato che ha guadagnato l'1,3%.
La holding che fa capo a Marco Tronchetti Provera avrebbe individuato, grazie alla fattiva collaborazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo (esposte rispettivamente per 118 e 14 milioni verso Camfin), come soluzione per ripagare i circa 140 milioni di debito in scadenza a fine anno, l'emissione obbligazionaria convertibile a cui sarebbe «attaccato» - in parte o in tutto - il 5,2% circa di Pirelli che Camfin detiene fuori dal patto che in Bicocca la lega a Mediobanca/Generali, Allianz, Unipol-Fonsai, Benetton, Lucchini e Moratti. Un 5,2% che ai prezzi di ieri (il titolo è salito del 2,9%, beneficiando del traino della capogruppo) vale oltre 225 milioni di euro. Secondo indiscrezioni, nei piani di Tronchetti Provera ci sarebbe anche la facoltà di riacquisto del bond in contanti a scadenza per conservare il pacchetto di titoli.
Se l'ipotesi-bond è piaciuta al mercato perché evita la richiesta di nuove risorse attraverso una ricapitaliazzazione, lo stesso non può dirsi per i soci di Tronchetti nel patto di sindacato Camfin, la famiglia genovese Malacalza, che con una lettera, il 9 luglio aveva richiesto l'aumento. Ed è proprio su questo che, nel cda decisivo del 29 agosto, Vittorio Malacalza e il figlio Davide torneranno a insistere: gli accordi di rifinanziamento con le banche firmati nel 2009 prevedevano che, entro la fine di giugno 2012, si raggiungesse quota 250 milioni di indebitamento, invece a fine marzo Camfin era esposta per 397 milioni.
Si tratterà di definire ultimativamente, inoltre, sia la natura stessa del patto Camfin sia l'eventuale prevalenza dell'accordo di rifinanziamento del 2009, antecedente all'ingresso dei Malacalza (quello stesso anno spesero 53,6 milioni per il 12,4% della holding che controlla Pirelli e 34,8 milioni per il 31% della Gpi, la controllante di Camfin). L'accordo scade a giugno del prossimo anno ed è disdettabile da dicembre. Secondo le interpretazioni dei legali di Tronchetti Provera, il controllo di Camfin e Pirelli è esclusivamente in capo al presidente.

Di qui anche l'utilizzo della quota fuori patto per il «convertibile». Secondo i Malacalza, invece, il proprio parere sarebbe vincolante su operazioni finanziarie delicate come quella in esame. Insomma, vorrebbero esercitare il veto. Ma Tronchetti è pronto alla battaglia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica