Si preannuncia caldo il consiglio di amministrazione di Camfin, la holding a monte di Pirelli, convocato per il 29 agosto, durante il quale Marco Tronchetti Provera si troverà faccia a faccia con Vittorio e Davide Malacalza, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Hofima. La famiglia genovese aveva sollecitato lo scorso 10 agosto un aumento di capitale per ridurre il debito di Camfin, proposta però bocciata a larga maggioranza (12 sì su 15) dal cda che ha dato mandato a Tronchetti Provera di approfondire le modalità migliori per il lancio di un bond convertibile in azioni Pirelli, operazione questa appoggiata dalle due banche creditrici, Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Nel fine settimana appena trascorso non sono mancati, da entrambe le parti, contatti e telefonate allo scopo di mettere a punto la strategia migliore in vista del consiglio del 29 agosto. Appuntamento che, oltre alla semestrale, prevede sul fronte del possibile bond solo un aggiornamento della situazione.
Assistiti dallo studio legale Bonelli Erede Pappalardo, Vittorio e Davide Malacalza, secondo le indiscrezioni raccolte dalla Adn-Kronos, sembra abbiano deciso per la carta del «mediatore» allo scopo di esplorare possibili soluzioni per ricomporre la questione. Una mossa, quella dei Malacalza, che potrebbe rappresentare una via d'uscita allo scontro che si è consumato la scorsa settimana dopo la rivelazione di documenti riservati dietro cui si era temuto celarsi un tentativo di scalata ai danni di Camfin. A questo proposito è da registrare l'affermazione di Vittorio Malacalza, vicepresidente di Pirelli nonché azionista di Camfin e della controllante Gpi, che risale all'autunno 2010: «La nostra famiglia è interessata allo sviluppo di Pirelli, non al suo controllo».
Spazi tecnici per modifiche alla delibere del 10 agosto, comunque, non ce ne sono. Il consiglio di Camfin si è espresso con una decisione unitaria, seppur con il voto contrario dei Malacalza, dopo adeguate analisi tecniche di mercato e con il sostegno, come ricordato, delle principali banche finanziatrici. Secondo le missive pubblicate nei giorni scorsi da Indymedia, secondo i Malacalza la strada giusta per Camfin è «un concreto rafforzamento della struttura del capitale», mentre la Mtp&Sapa si dice sorpresa del «cambio di rotta» dei genovesi sulla questione. Il tema del braccio di ferro è il rifinanziamento della holding, che ha debiti per circa 400 milioni con la prima tranche da 137 milioni in scadenza a dicembre e successive rate da 125 milioni a dicembre 2014 e dicembre 2015.
Ieri, da Genova non ci sono stati commenti. Resta da vedere se e come andrà in porto, nelle prossime ore, l'opera di mediazione.
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