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Dal Canada guai sindacali per Marchionne E Hyundai mette fine agli scioperi in Corea

In Canada è tempo di rinnovo del contratto per i lavoratori del settore auto e il sindacato Caw (Canadian auto union) è in fermento, pronto a far incrociare le braccia ai suoi iscritti se non sarà raggiunto un accordo con i tre costruttori a stelle e strisce: la Chrysler guidata da Sergio Marchionne, la Gm e la Ford. A esprimersi per lo sciopero è stato il 99% dei votanti della Chrysler, leggermente più bassa la percentuale delle tute blu delle due case concorrenti. Il sindacato rappresenta 8mila dipendenti della Chrysler, altrettanti della Gm e 4.500 della Ford. Il negoziato non si preannuncia semplice, visto che il Canada è il Paese più caro per produrre un'automobile: a pesare, in proposito, è il differenziale relativo al costo del lavoro. I responsabili dei tre gruppi automobilistici hanno già messo in guardia il sindacato. Marchionne, da parte sua, ha sottolineato come i salari canadesi siano poco competitivi. Pronta la replica dell'organizzazione indirizzata anche a Dan Akerson (Gm) e Alan Mulally (Ford): sono state fatte importanti concessioni nell'ultimo round di colloqui, e adesso le tute blu vogliono partecipare all'utile delle società. La tradizione vuole che i negoziati per il rinnovo del contratto (l'ultimo sciopero proclamato dal Caw risale al 1996, quando gli operai della Gm incrociarono le braccia contro la casa costruttrice) comincino con una delle tre case, la cosiddetta azienda pilota. Raggiunta l'intesa, si cerca poi di farla digerire alle altre due. Una formula, da quanto si legge su AutomotiveNews, che però non sembra più piacere al sindacato, che sarebbe intenzionato a continuare trattative parallele con i tre gruppi. Il contratto scade il prossimo 17 settembre.


A proposito di vertenze, la coreana Hyundai ha annunciato di aver trovato un accordo con i sindacati per porre fine a una serie di scioperi parziali che gli sono costati centinaia di milioni di euro. L'intesa, che dovrà ricevere lunedì l'ok dai 44mila dipendenti membri del sindacato, prevede la fine del lavoro notturno e dei turni di 10 ore consecutivi.

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