«Un segno dei tempi», l'ha definito il principale quotidiano finanziario tedesco, Handelsblatt. Riportando la notizia che Commerzbank, la seconda banca di Germania e una delle più antiche - 148 anni di vita - sta per perdere dopo trent'anni il suo posto nel principale indice azionario tedesco, il Dax di Francoforte dove ha peraltro sede lo stesso istituto. Ma ancor più simbolico è il fatto che a prendere il suo posto sarà una società di pagamenti digitali, Wirecard, principale avamposto in Germania dei quella rivoluzione dei servizi finanziari che va sotto il nome di Fintech. In sostanza Wirecard offre un servizio di intermediazione di pagamento: quando un cliente paga con Visa o Mastercard, i soldi non arrivano direttamente alle aziende destinatarie, ma passano per Wirecard.
Il prossimo 24 settembre Commerzbank uscirà dal Dax per trasferirsi sul Mdax, l'indice di «serie B» che comprende le 60 azioni che seguono, in termini di capitalizzazione e di volumi negoziati, le 30 società quotate nel paniere principale. Nei mesi scorsi il gruppo è stato al centro di rumors speculativi circa un possibile interesse da parte di Unicredit e Bnp Paribas e ciò ha sostenuto il prezzo del titolo che però ha iniziato quest'anno una parabola discendente perché come molte altre banche europee il gruppo fa fatica a mantenere la redditività e soffre questa fase di tassi ai minimi. Piuttosto che a un'operazione straordinaria, l'ad, Martin Zielke, punta allo sviluppo tecnologico e in base al piano presentato nel 2016 vuole che entro il 2020 l'80% delle operazioni di Commerzbank diventino digitali per aumentare l'efficienza e tagliare i costi.
Mentre Wirecard, una società con meno di 5.000 dipendenti finora quotata sul TecDax (una specie di Nasdaq in salsa tedesca che raccoglie titoli tecnologici), è reduce da una corsa sul listino che ne ha quasi raddoppiato il valore solo quest'anno: ora vale quasi 23 miliardi. La stessa società si era già fatta notare all'inizio di inizio agosto scavalcando in termini di valore di mercato persino Deutsche Bank. Anche la prima banca del Paese, nonché promessa sposa di Commerzbank, sta per perdere un posto in prima fila: il 24 settembre lascerà l'indice Euro Stoxx 50 ovvero l'indice europeo delle blue chip. Ultimo schiaffo all'istituto in un anno già difficile, in cui la banca ha visto calare la propria capitalizzazione di mercato a 20 miliardi di euro.
E pensare che pochi giorni fa, il 30 agosto, l'ad di Deutsche Bank, Christian Sewing, in un'intervista pubblicata sempre sull'Handelsblatt aveva risposto ad una domanda sulla scelta della cancelliera Angela Merkel di puntare ad una presidenza
tedesca della Commissione Ue piuttosto che alla Banca Centrale Europa dopo l'uscita di Mario Draghi attesa per fine 2019. Commentando con baldanza: «nella situazione attuale il posto del presidente della Bce non è da sottovalutare».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.