Carige, Berneschi finisce in manette

L'ex presidente e a altre sei persone, tra cui la nuora, accusati di truffa: acquisti gonfiati per portare soldi in Svizzera

Carige, Berneschi finisce in manette

Dopo Siena, la Procura fa tremare Genova: Giovanni Berneschi, fino al 2013 presidente e dominus incontrastato di Carige per decenni, nonchè tutt'ora vicepresidente dell'Abi (di cui era presidente Giuseppe Mussari) è stato ieri arrestato e mandato agli arresti domiciliari. L'anziano banchiere, messo alla porta dalla Fondazione Carige mentre infuriava la guerra interna con l'allora presidente Flavio Repetto, sarebbe stato a capo di un «comitato d'affari» che ha completato una «maxi-truffa» ai danni della banca che rappresenta il principale motore economico e occupazionale della Liguria. L'accusa è piovuta ieri pesantissima sulla Lanterna, mentre le fiamme gialle eseguivano sette arresti, un sequestro preventivo da 21,9 milioni e perquisivano uffici da Milano a La Spezia.

Ai domiciliari anche l'ex capo della controllata assicurativa Carige Vita Nuova, Ferdinando Menconi, mentre altre cinque persone sono finite in carcere: tra queste la nuora di Berneschi, Francesca Amisano. Carige, ora affidata a Piero Montani e costretta a un aumento di capitale da 800 milioni, si è già dichiarata «parte lesa» con il suo presidente Cesare Castelbarco Albani. L'Abi «non svolge nessuna funzione di vigilanza», ha invece rimarcato l'associazione di Palazzo Altieri davanti a una martellata che lascia un altro gibollo nella sua immagine dopo quello provocato dal caso Giuseppe Mussari per l'inchiesta su Mps: Berneschi scade il 10 luglio insieme al resto del vertice.

Gravissimi i reati contestati dall'indagine, che poggia sulla relazione stilata da Bankitalia: associazione per delinquere e truffa, con l'aggravante della sussistenza di delitti contro il patrimonio, dal riciclaggio al trasferimento fraudolento. In particolare la maxi-truffa a Carige Vita partirebbe dalla compravendita di due alberghi avvenuta nel 2006 dalla Ihc dell'immobiliarista Ernesto Cavallini (anch'egli arrestato) alla controllata ligure per 70,5 milioni, un importo «gonfiato» e sostanzialmente doppio (+50%) rispetto al valore di mercato, sostengono i magistrati genovesi. I due hotel, il Mercure di Milano e il Pisana di Roma, erano di proprietà della IH Roma. I profitti della compravendita «andavano a Cavallini, che li divideva con Berneschi e Menconi», riciclandoli con delle «società schermo» straniere. A questa operazione - configurata come truffa, ma ormai prescritta - sono seguiti altri affari, a cominciare dall'acquisto nel 2009 da parte di Carige Vita Nuova del 35% della Assi 90, la società che aveva redatto la perizia sui due alberghi: questa transazione, che avrebbe avuto come registi Berneschi e Andrea Vallebuona, sarebbe avvenuta a 5,6 milioni «cifra superiore di 45 volte» il valore nominale e reale della partecipazione.

Dal 2006 al 2009, prosegue la Procura, gli «acquisti gonfiati» hanno permesso di portare in Svizzera 22 milioni,di cui 16 tramite uno schermo lussemburghese sarebbero stati incassati da Berneschi e Menconi, e impiegati per rilevare l'Holiday Inn di Lugano.

Dopo il tracollo di mercoledì, in Borsa Carige è risalita dell'1,2%, sulla scommessa che il mezzo flop rimediato dalla Fondazione nel tentativo di cedere il 15% della banca, poi ridotto al 10%, arriveranno nuovi soci. Come Andrea Bonomi.

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