Si intensificano le grandi manovre in vista dell'assemblea di Carige del 20 settembre. Sarà quello il teatro dello scontro frontale sul nuovo cda tra la cordata guidata dal finanziere Raffaele Mincione e l'azionista di controllo, Vittorio Malacalza, che si prepara al duello aumentando il suo peso. E non è il solo.
Dalla lista degli ultimi acquisti di titoli, secondo quanto rivela una fonte finanziaria al Giornale, spunta un investitore curioso: si tratta di una pizzeria di Donoratico, in provincia di Livorno chiamata «La Voglia Matta» che nei giorni scorso avrebbe scommesso 449mila euro per comprare 488 milioni di azioni Carige, pari a circa lo 0,1% del capitale. Alla banca dati della Camera di Commercio la società istituita nel 2014 il cui titolare esercita l'attività di «pizzeria artigiana a taglio».
Assai più costoso, ma più prevedibile, lo shopping fatto lo scorso 7 settembre Malacalza Investimenti, già azionista di controllo dell'istituto ligure, che è salita al 27,55 per cento. L'ultimo numero ufficiale sulla quota in Carige (il 23,958%) è del 23 agosto, quando era stata annunciata la lista per il cda guidata da Pietro Modiano. Poi, la cassaforte di Malacalza ha superato il 24%: tra il 6 agosto, giorno del primo acquisto, e il 31, ha comprato oltre due miliardi di azioni ordinarie, pari al 3,659% del capitale. «Il superamento del 25% di Carige «è avvenuto a seguito dell'acquisto di un pacchetto azionario pari al 3,076% avvenuto fuori mercato nel rispetto dell'assetto regolamentare vigente», scrive in una lettera inviata alla Consob la stessa società che dovrebbe aver sborsato circa 16,1 milioni. Il pacchetto di azioni dovrebbe essere stato ceduto dalla Sga: la bad bank dell'ex Banco di Napoli, oggi controllata dal Tesoro, ha ridotto la quota detenuta in Carige dal 4,9% precedente all'1,79%, e potrà votare in assemblea per una quota pari all'1,91% detenuto in data 11 settembre, giorno di riferimento per l'intervento e il voto nella assemblea). Nella missiva alla Commissione di Borsa Malacalza Investimenti aggiunge anche che, nei prossimi mesi, valuterà «l'opportunità di incrementare ulteriormente la propria partecipazione», ma senza voler superare la quota che la obbligherebbe a lanciare un'offerta pubblica di acquisto, restando dunque «al di sotto della soglia del 30% del capitale ordinario».
Nel frattempo, però, la Banca ha ieri comunicato che la Banca d'Italia ha scritto una lettera in cui si chiede al patto Mincione-Volpi, che conta sul 15,2% del capitale, di presentare l'ottenimento dell'autorizzazione a superare il 10% entro 15 giorni. L'autorizzazione è richiesta dal Testo Unico.
In caso contrario, non potranno essere esercitati i diritti di voto sulla parte eccedente il 10%. In altri termini, se la lista vuole contendere a Malacalza il controllo della Banca in assemblea, deve ottenere l'autorizzazione preventiva.
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