S'inasprisce e si tinge di giallo lo scontro di potere ai vertici di Carige. Saltati gli equilibri politici che da 25 anni sostenevano il regno del presidente Giovanni Berneschi, il nuovo corso della banca sembra tutt'altro che scritto. Tant'è che le lotte politiche in seno all'istituto di credito si stanno allargando a macchia d'olio, trascinando nel caos anche la Fondazione, primo azionista dell'istituto. E così, sebbene l'era Berneschi sembrasse al tramonto, i giochi non sono completamente chiusi e sono legati alle mosse dei due dominus: Giovanni Berneschi, numero uno della banca, e Flavio Repetto, presidente della Fondazione che ne controlla il 49,4%.
Dopo l'azione di forza (nata sull'esigenza di reperire risorse fresche per sostenere la banca) con cui Repetto ha fatto saltare il cda per rimuovere Berneschi, nelle ultime ore proprio all'interno della Fondazione, avrebbe preso corpo un giallo. Secondo Il Messaggero, all'interno dell'ente era pronta una fronda contraria al ribaltone voluto dallo stesso Repetto. Tanto che alcuni azionisti forti sarebbero pronti a organizzarsi per sfiduciare il presidente, una possibilità prevista dallo statuto. In serata, tuttavia, i diretti interessati (dal presidente della Regione, Claudio Burlando, al sindaco di Genova, Marco Doria) hanno smentito di voler agire contro Repetto. A distendere gli animi all'interno della Fondazione, potrebbe aver contribuito il giro di consultazioni avviato dall'industriale del ciocciolato tra gli enti locali per la scelta dei componenti del cda di Carige (gli enti locali lamentavano di non essere stati ascoltati).
A tenere alto lo scontro con gli ex vertici della banca, ci ha pensato comunque lo stesso Repetto che, con una lettera aperta, riaccende i toni e lo scontro con Berneschi, imputandogli diversi errori di gestione ammorbidendo, in parallelo, la propria posizione sull'eventualità di scendere nell'azionariato della banca. «Carige è solida, ha i fondamentali sani, dispone di personale capace, è dotata di grande dedizione e con il rafforzamento patrimoniale di 800 milioni voluto da Banca d'Italia può affrontare una nuova fase di sviluppo» scrive Repetto, spiegando però che la perdita di 63,2 milioni registrata nel 2012, il mancato dividendo e il rosso dell'ultima semestrale, «pagano anche carenze gestionali e, scelte sbagliate proprie con particolare riguardo alle partecipazioni nelle società di assicurazioni che hanno provocato ingenti perdite e che non sono state tempestivamente dismesse e solo di recente sono state poste in vendita». Da qui è derivato «un costo complessivo di circa 740 milioni, i cui effetti sono stati aggravati da un eccesso all'espansione (ancora nel 2010 ha comprato, a caro prezzo, 22 sportelli da Mps)». Insomma, conclude Repetto, «Carige ha commesso errori, ma non è in crisi». Quanto invece al ruolo della Fondazione all'interno della banca, come sta accadendo anche per Mps, Repetto si è detto disposto a scendere nel capitale per fare spazio a nuovi soci.
La tensione resta dunque alle stelle e lunedì potrebbe essere una prima giornata cruciale. Andrà in scena un cda straordinario nel quale si darà lettura del rapporto ispettivo di Bankitalia sulla gestione.
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