Tempi duri per le vendite con sconti online. E dopo conti del quarto trimestre peggiori delle attese, chiusi con una perdita da 81 milioni di dollari, Groupon, il leader del settore, ha deciso di cacciare l'ad Andrew Mason.
Il risultato è che ieri Wall Street ha messo le ali al titolo, salito del 9%, ma sul rimbalzo pesa anche la perdita del giorno prima: -21%. Mason era, comunque, da tempo nel mirino del cofondatore e presidente di Groupon, Eric Lefkofsky, che lo aveva invitato già alla fine del 2012, a difendere con maggior forza la società, alle prese con un brusco calo dei titoli in Borsa. Appelli caduti nel vuoto che si sono tradotti nell'uscita forzata di Mason. «Dopo quattro anni e mezzo intensi e bellissimi come amministratore delegato, ho deciso di trascorrere più tempo con la mia famiglia. Sto scherzando, sono stato licenziato», ha scritto Mason in una email ai dipendenti.
Il gruppo ha intanto già avviato la ricerca del nuovo ad. Ma fino a quando non sarà trovato, a guidare la società saranno i fondatori Lefkofsky e Ted Leonsis.
«Continueremo a investire», ha ribadito con forza Leonsis.
L'uscita di Mason è l'ultima di una serie di «addii» di alto livello nelle società legate a Internet e approdate, forse troppo presto, e a prezzi troppo alti in Borsa.
Groupon, così come il sito di giochi Zynga e il social network Facebook, dovevano essere le nuove protagoniste del web e della Borsa, ma il loro sbarco a Wall Street non ha mantenuto le promesse fatte. Zynga è alle prese con il cambio delle abitudini dei consumatori, che abbandonano il computer per i dispositivi mobili. Una scelta che ha penalizzato anche Facebook, valutata al momento dell'Ipo 100 miliardi di dollari mentre ora ne vale solo 71,4. Molto peggio ha fatto Groupon che, da quando è sbarcata in Borsa nel 2011, ha chiuso un solo trimestre in utile, tanto che i suoi titoli hanno perso il 77% bruciando 800 milioni di valore. E le cose continuano ad andare male.
Sul fronte dei i conti, presentati giovedì sera, Groupon ha visto un rallentamento della crescita e una drastica riduzione dei margini. Il risultato è che in termini di utile per azione la perdita è stata di 12 centesimi comprensivi di 7 centesimi dovuti a spese straordinarie. Mentre gli analisti si aspettavano utili per tre centesimi.
A livello geografico, i ricavi internazionali sono scesi del 16% mentre quelli generati in Nord America sono passati a 375,4 milioni dai 179,6 milioni di dollari dello stesso trimestre 2011.
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