Economia

Caso Rossi, per la famiglia non fu suicidio

No all'archiviazione del dossier: rinviata al 3 ottobre l'udienza del processo agli ex vertici

Caso Rossi, per la famiglia non fu suicidio

nostro inviato a Siena

Doveva essere il giorno di Mussari, Vigni e Baldassari alla sbarra, accusati d'aver ostacolato gli organi di vigilanza nascondendo in cassaforte il «mandate agreement» con la banca nipponica Nomura per la ristrutturazione del derivato Alexandria. Ma mentre l'udienza del processo agli ex vertici di Mps (presente in aula il solo ex responsabile dell'area finanza Baldassarri, ancora ai domiciliari) viene rinviata al 3 ottobre per dar tempo alle parti di leggersi le 3mila pagine delle richieste di costituzione di parte civile, a tenere banco in città è ancora il suicidio di David Rossi.

L'inchiesta sulla morte del responsabile comunicazione di Rocca Salimbeni, caduto dalla finestra del suo ufficio la sera dello scorso 6 marzo, va verso l'archiviazione. I pm Nicola Marini e Aldo Natalini non credono all'ipotesi di istigazione al suicidio, ma i familiari dell'ex braccio destro di Mussari non sembrano affatto dello stesso avviso. Il legale della famiglia, Luca Goracci, si è opposto alla richiesta dei magistrati senesi, mettendo in dubbio anche che Rossi si sia tolto la vita. Secondo l'avvocato, che ha depositato la perizia di un ingegnere, proprio dalle indagini della procura sarebbero emersi elementi non facilmente conciliabili con un «evento suicidiario». Il legale dei Rossi ha inoltre chiesto che l'indagine venga avocata dal procuratore generale, e vuole nuovi accertamenti sui pc di Rossi e sulle e-mail da questi spedite e ricevute nei suoi ultimi giorni di vita. In particolare quelle, pubblicate a inizio luglio, tra David Rossi e l'ad di Mps Fabrizio Viola, un drammatico scambio di missive nelle quali il primo minacciava di togliersi la vita.

Se la vedova di Rossi, Antonella Tognazzi, chiede che «i magistrati indaghino su tutti gli aspetti possibili della morte di David», sul suicidio si profila un nuovo giallo. Un nuovo fascicolo d'indagine, contro ignoti, che i pm toscani avrebbero aperto proprio in relazione a quel carteggio di email con l'ipotesi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni: qualcuno, insomma, potrebbe aver distrutto o diffuso documenti utili .


Restano intanto in piedi le indagini sull'acquisizione di Antonveneta (si chiuderà in settimana), sulla cosiddetta «banda del 5%» capitanata da Baldassari, sulle operazioni in derivati Alexandria e Santorini e sui rapporti tra i politici e la Fondazione Mps.

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