Telecom è salita in Borsa ieri del 3,5%. Il mercato sembra aver già «superato» la travagliata uscita dell'ad Flavio Cattaneo, che lascia il timone con 25 milioni: 22,9 per compensi e bonus e 2,1 come patto di non concorrenza valido un anno). La buonuscita è frutto di un contratto blindato e dei risultati ottenuti in termini di miglioramento dei margini e contenimento dei costi del gruppo nei suoi solI 16 mesi al vertice. Il cda ha approvato la transazione a maggioranza, contrari i rappresentanti dei fondi. Stesso copione per il comitato nomine e remunerazioni presieduto da Anna Jones, consigliere indipendente, ma vicino a Vivendi. Contrario all'accordo invece il collegio sindacale il cui parere però è solo formale.
Del resto i sindaci avevano espresso parere contrario anche un anno fa, al momento della ratifica dello special award dell'ad, concesso per strappare Cattaneo a Ntv. Quanto alla nuova governance della società, che prevede la nomina di Amos Genish come direttore generale, Giuseppe Recchi ad (con deleghe limitate) e Arnauld de Puyfontaine presidente, dovrebbe prendere forma nel cda dei conti, previsto per giovedì prossimo. Cattaneo resterà in carica e farà anche la conference call con gli analisti il giorno seguente, per lasciare definitivamente il 31 luglio. Insomma l'addio del manager, che in un anno ha portato l'Ebitda dai 3,7 miliardi di giugno 2016 agli oltre 4 miliardi attesi per il primo semestre del 2017, non sarà immediato.
Tutto comunque ruota intorno all'azionista di maggioranza Vivendi che ha il 23,9% del gruppo italiano. All'ultima assemblea di maggio, è riuscita a far eleggere 10 consiglieri in cda mentre altri 5 sono espressione dei fondi di investimento. Un controllo ormai evidente. Tanto che Asati, l'associazione dei piccoli azionisti, ha espresso apprezzamento per le indagini che sta svolgendo Consob per verificare se ci sia il potere di «direzione e coordinamento» da parte dei francesi. In questo caso Vivendi dovrebbe consolidare Telecom almeno per la quota parte posseduta, che significa, oltre ad utili e ricavi, anche circa 5 miliardi di debito. Ieri il titolo è rimbalzato per la scadenza del bond convertibile e per speculazioni sul cambio di strategia. Secondo rumors il manager israeliano Amos Genish, che ben conosce il mercato delle tlc in Brasile avendo fondato Gvt, potrebbe essere stato chiamato, oltre che per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia, anche per vendere Tim Brasil al prezzo migliore.
Certo agli analisti la mossa di Vivendi non è piaciuta.
Equita vede i francesi «confusi sulla guida di Tim, avendo licenziato l'ad dopo 16 mesi di lavoro ed è negativo inoltre che non si conoscano le vere cause dell'allontanamento». Mentre Mediobanca si dichiara «preoccupata per l'uscita del manager considerando la sua efficace ristrutturazione».
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