Economia

Cdp blinda Gubitosi al vertice di Telecom

Cassa frena i francesi. Al centro il futuro della rete. Allarme dei sindacati

Cdp blinda Gubitosi al vertice di Telecom

Il titolo Telecom è salito ieri in Borsa alla vigilia del cda straordinario di oggi chiesto dal socio di maggioranza Vivendi (23,7%) e da alcuni consiglieri indipendenti. Il cda dovrebbe essere incentrato sui dossier aperti per la rete e sul piano dettagliato per la valorizzazione degli asset, come ad esempio Noovle, la società del cloud e Sparkle per i cavi sottomarini. Le ipotesi di un ribaltone al vertice sono al momento congelate: a soffiare sul fuoco è proprio Vivendi, che non ha gradito il profit warning sui conti e ha messo l'ad Luigi Gubitosi nel mirino. Ma ogni mossa sembra stoppata da Cdp (secondo azionista al 10%) che ha fatto trapelare il pieno appoggio a Gubitosi.

Cassa, dove è da poco arrivato l'ad Dario Scannapieco, dovrebbe entrare a breve in possesso del 60% di Open Fiber, dopo l'ok dell'Antitrust Ue alla cessione da parte di Enel, e dall'alto di questa posizione manovrare il dossier sulla rete unica che è l'unica indiscrezione che, nei giorni scorsi, ha fatto rimbalzare il titolo Tim. Del resto la società ha già portato avanti una operazione di valorizzazione della sua rete secondaria quella in fibra e rame che arriva fin dentro le case di cui ha ceduto una quota (38%) al fondo Kkr che pare interessato a salire ancora. Anche altri fondi potrebbero essere interessati e Tim si sarebbe detta disposta a cedere il controllo di questa rete denominata FiberCop. A quel punto si potrebbe immaginare una fusione con l'altra rete di Tim, quella primaria in fibra e poi con Open Fiber. Vivendi potrebbe essere interessata ad avere un ruolo centrale in questa trattativa dopo la conclusione, non certo brillante, della lunga querelle con Mediaset. In realtà la cessione della quota di Enel in Open Fiber, nata sotto l'egida dello scorso governo, avrebbe dovuto essere propedeutica alla nascita della rete unica, con la combinazione degli asset di Tim e Open Fiber. E infatti era stato anche firmato un memorandum tra Tim e Cdp in questo senso. Tim avrebbe conservato il 51% ma con governance condivisa. Al nuovo governo però questa impostazione non è piaciuta e la questione si è arenata facendo scendere il titolo in Borsa del 12% da inizio anno in contrasto con il +23 del Ftse Mib.

L'altro ieri i sindacati, che erano propensi alla rete unica e sono preoccupati per la situazione di stallo attuale, hanno chiesto un incontro urgente con il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

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