Politica economica

Cdp, l'energia pesa sui profitti. "Tim? Non escludiamo partner"

Semestre in calo da 3,7 a 2,8 miliardi per il minor apporto dell'Eni. Ma tassi e cedole spingono il risultato civilistico

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Il maxi risultato Eni del 2022, non ripetuto quest'anno, ha influito negativamente sull'utile consolidato di Cdp del primo semestre del 2023, Mentre a livello civilistico i profitti netti della Cassa sono saliti grazie ai tassi d'interesse e alle cedole delle partecipate. Non si registrano ritardi per il Pnrr sia per i progetti diretti sia per l'advisory ai ministeri. «I risultati parlano da soli», ha esordito il presidente Giovanni Gorno Tempini presentando i conti ed esprimendo soddisfazione per aver saputo coniugare la «natura pubblica con una performance» per gli azionisti, Tesoro e Fondazioni in un momento di cambiamenti macroeconomici: dal rialzo dei tassi al rallentamento dell'economia europea ed italiana.

L'utile della capogruppo, spinto dal margine di interesse e i dividendi, è salito del 28% a 1,9 miliardi di euro. A livello consolidato il risultato è invece sceso da 3,7 a 2,8 miliardi. L'apporto della partecipata Eni, che lo scorso anno aveva messo a segno un forte utile di oltre 7 miliardi, si è infatti ridotto di 1,3 miliardi di euro. E se l'utile frutterà dividendi, c'è un altro aspetto sul quale l'azionista Tesoro (e le istituzioni e la politica) è sempre sensibile: gli investimenti sul territorio, il sostegno alle imprese e a casi di crisi.

L'ad Dario Scannapieco ha rivendicato che al «giro di boa del piano 2022-2024», Cassa è avanti sugli obiettivi di investimento. «Siamo al 60%», ha rimarcato. Nel semestre sono state impegnate risorse pari a 11,5 miliardi, in linea con l'anno scorso che però beneficiava di mosse una tantum come l'operazione Aspi e il rifinanziamento dei mutui delle Regioni contratti con il Mef (pesavanoi per 6,3 miliardi). L'effetto leva porta così a investimenti per 32,4 miliardi di euro nei primi sei mesi dell'anno attestandosi a quota 2,8 contro il 2,5 del primo semestre 2022. Nel vasto menu di interventi, progetti e attività di Cdp, è salito così il sostegno alle imprese (7,1 miliardi) e alla parte infrastrutturali (2,8). Sono saliti gli acquisti di titoli ma la raccolta postale è rimasta stabile a 282 miliardi.

Sul fronte equity Scannapieco ha ricordato l'appoggio al rilancio della partecipata Ansaldo Energia e ha sottolineato come siano possibili nuove operazioni sempre con la prospettiva di uscire una volta che il compito di rilancio sia terminato. Sulla rete di Tim, ha specificato, «non escludiamo una forma di cooperazione per avere una infrastruttura efficiente e moderna» visto che «ci deve essere una infrastruttura forte» ma «la concorrenza deve essere a livello di servizi per evitare sprechi e duplicazioni». L'ad di Cdp ha commentato così le indiscrezioni circa un'operazione congiunta per la rete Tim fra Kkr e soggetti pubblici quali il Mef, la stessa Cassa e il fondo F2i.

Secondo Scannapieco occorre proseguire «il dialogo con la Ue per capire quale disegno industriale sia accettabile» giacché «ci sono delle sinergie per avere una forte aggregazione».

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