Cdp, il premier caccia Bassanini E scoppia subito un'altra grana

Il premier costringe il presidente di Cassa depositi e prestiti a dimettersi per diventare suo consulente per la banda larga. Ma l'ex ministro è presidente di Metroweb, uno degli operatori

Cdp, il premier caccia Bassanini E scoppia subito un'altra grana

Franco Bassanini lascia la presidenza di Cassa depositi e prestiti; al suo posto arriva il merchant banker Claudio Costamagna, candidato di Palazzo Chigi. Tutto secondo le previsioni, quindi. O quasi. Per il momento, ad esempio, resta al suo posto l'amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini, espressione del ministero del Tesoro. Ma il suo mandato è comunque alla fine e sta trattando la parte economica. La sua poltrona - a meno di sorprese - sembra comunque essere destinata a Fabio Gallia, attuale ad di Bnl.

La vera sorpresa, arrivata via comunicato ufficiale di Matteo Renzi, è che Bassanini diventerà consulente di Palazzo Chigi per le questioni che riguardano la banda larga. «Gli ho prospettato l'intenzione di continuare ad utilizzare le sue competenze e la sua esperienza al servizio del Paese per altri incarichi». Sarà «consigliere speciale» e predisporrà «analisi e soluzioni su specifici problemi, continuando a dare il suo contributo sul piano banda ultralarga». Ma Bassanini resterà anche alla guida di Metroweb. «Lavorerò sui dossier che di volta in volta Renzi mi affiderà, contribuirò al Piano Banda Ultralarga come Presidente Metroweb», ha twittato.

Più che una contropartita personale il governo ha concesso a Bassanini un riconoscimento ufficiale di quanto fatto. Una non sconfessione nella gestione della partita più importante tra quelle avviate dalla Cassa, cioè la creazione della rete in fibra ottica per la trasmissione dei dati. Piano sul quale governo e Cdp non sono sempre stati dalla stessa parte.

Sulla fibra ottica le carte del governo sono copertissime. Vero che a Palazzo Chigi arriva un'altra voce a favore di Metroweb. E che Bassanini conserva la carica nella Spa milanese. Però, spiegavano fonti governative, non è detto che le cose volgano a sfavore di Telecom Italia, concorrente di Metroweb su questo progetto. Così il governo pensa di evitare le inevitabili accuse di un conflitto di interesse. Il timone è in mano a Renzi. L'ennesima nomina ultra renziana, insomma, rafforza l'influenza del premier Pd e costringe i protagonisti delle Tlc a fare riferimento al premier.

L'intesa governo-fondazioni bancarie (azionisti di minoranza della Cdp) non è completamente chiusa. Palazzo Chigi e lo stesso Bassanini hanno scelto di accelerare la prima comunicazione ufficiale sul caso per frenare le tante indiscrezioni uscite in questi giorni. Ma i contatti tra le parti vanno avanti.

Renzi per il momento vuole mettere mano alla governance della Cassa. Una cassaforte che raccoglie la gran parte del risparmio nazionale che vuole trasformare in uno strumento di politica industriale. «Le riforme strutturali - ha spiegato Renzi - l'attrazione degli investimenti e una politica di bilancio basata sul taglio delle tasse sul lavoro stanno riportando il Paese alla crescita. In questo contesto il rafforzamento del ruolo di Cdp risulta ancora più cruciale. Ho parlato col presidente Bassanini dell'esigenza - avvertita dal governo e dalle Fondazioni - che tale processo sia accompagnato da una riflessione» sulla governance.

Il cambio di testimone alla Cassa è il risultato di un accordo tra il governo e le fondazioni bancarie, alle quali, per statuto, spetta la nomina del presidente. A comunicare il cambio di passo delle Casse di risparmio - dopo le chiusure del congresso dell'Acri di mercoledì scorso - è stato Renzi: «Si sono dichiarate disponibili a una designazione concordata» di Claudio Costamagna alla presidenza di Cdp.

Una «intesa volta a garantire la massima efficienza operativa, stabilità patrimoniale e adeguata redditività», spiega il presidente del Consiglio. Come dire, il dividendo per gli azionisti di Cdp sarà confermato. Ma d'ora in poi decido io.

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